lunedì 12 settembre 2011

Parole

Parola

Parola che

Due parole

Parola carica di
E già sono tre parole
significati

Carica, troppo
pesante per noi
da reggerne il peso

Fardello greve
per bocche marce

Parola che vale
indipendentemente

In Di Pen Den Te Men Te

Senza dipendere da
noi

Noi che soltanto corde vocali
Le nostre mani mollette

E sulle corde pensiamo di appenderle
ad asciugare
al sole dei pensieri
nostri

Erroneamente pensiamo

Parole stanno sui fili stesi
libere come rondini

Alle loro ali noi stiamo
aggrappati

Appesi a seccare, essiccare, rinseccare, inseccare
Accartocciare
contorti e muti

Senza nulla da dire
valendo

quel poco delle nostre parole
quel tanto dei nostri silenzi

Mentre le parole valgono

Indipendentemente

Libere
da noi
schiavi e servi
indegni di tante

Parole

K.

15 commenti:

  1. Mi è sempre sembrato quasi indiscreto commentare una poesia (spesso, se non sempre, sinonimo di un'intimità dell'autore)e quindi, conformemente alle tue parole, opto per il (a volte) meraviglioso silenzio.

    Buona giornata al nostro poeta :)

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  2. le parole sono come sassi, a volte lanciati negli stagni, creano quei vorticosi giri, smuovendo putridume, altre volte sono sassi e come tali fanno molto male se lanciati senza motivo, poi ci sono parole che guariscono, le più difficili da trovare ma liberatorie ed infine ci sono parole che danno felicità rare e preziose, il silenzio è sempre greve.

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  3. @ S. Penso che l'autore intendesse celebrare l'importanza del Silenzio, il Silenzio che sta in ascolto, in una situazione attuale nella quale siamo tutti sovraesposti all'indisciplinata possibilità di fare abuso di eccessivi sproloqui, spesso parlandoci sopra l'uno sull'opinione dell'altro, sovrastando i nostri pensieri, approfittando di ogni pausa di suono per riempirla subito di parole. Spesso ridondanti. Quasi sempre maltrattate. Raramente centellinate.
    Il Silenzio nella sua densità e capacità di meditare in se stesso, dovrebbe essere sempre greve. Greve e al contempo ristoratore. Troppo spesso, almeno secondo me, è un luogo del quale molti "grammofoni" hanno terrore.
    Poiché nel silenzio rimbomba l'eco della propria voce, quella parola a volte non espressa.
    E magari non necessariamente esprimenda.

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  4. @ Obi: Una poesia è sospensione di flusso logico-razionale. Il quale cede spesso il calamaio a un'istintualità espressiva, che ricerca primariamente l'espressione di sè e non tanto la comprensione. Diventa quindi, come tu dici, difficile calarsi nel terreno della compartecipazione critica, trattandosi di un'entità che non cerca tanto il consenso, quanto l'appagamento del proprio bisogno di esistere.
    Sarebbe come cercare di convincere un'altra persona dell'emozione che si può provare davanti a una distesa di girasoli baciati dal sole o a una mucca in una stalla che dà la prima leccata al vitellino appena sgravato e ancora fumante.
    Sono momenti che si possono amare, ma che non si possono capire, e tantomeno spiegare.
    Magari descrivere diversamente, questo sì.

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  5. non sono d'accordo, ovviamente il poeta e' libero di pensare il contrario, ma partendo dal presupposto (mio ovviamente) che il silenzio non esiste, in quanto anche nel silenzio interiore ci sono pensieri che vengono a galla seguendo un fluire di parole...il silenzio inteso come pausa del ridondante rumore prodotto dalla vita, propria e degli altri, non e' silenzio e' nevrosi! Scusami ma io vivo di parole, vuote e piene, queste sono la mia ancora alla vita e dunque linfa vitale.

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  6. @ S.: secondo me non è una ricerca di accordo o dissonanza. Qua si tratta di cogliere, ognuno a proprio modo, la sonorità che si vuole dare alle parole (della poesia in questo caso). Calandosi su un confronto logico, allora io concorderei con te che il Silenzio, inteso come spazio vuoto, privo di ossigeno, dove il suono non può generarsi, è addirittura mortale per l'essere umano. Nello spazio aperto noi periamo e con noi anche le nostre parole interiori.
    Questo tipo di silenzio, magari legato a ostilità relazionali patologiche, è sicuramente nevrosi.
    Penso invece che ciascuno, nella misura in cui si sveste della propria arroganza di unicità irripetibile, dovrebbe provare a trattenere dentro di sè molti pensieri (tacite parole) che, una volta uscite (parole rivelate), contribuiscono a generare confusione e autocompiacimento.
    Non penso che il Silenzio, così inteso, magari come dialogo con se stessi per poi meglio dialogare con gli altri, venga ritenuto nevrosi, nè dai pensatori orientali, nè dagli eremiti, nè da chi non ha paura, talvolta (altrimenti è maniacalità rischiosa) di stare solo con se stesso.
    Come te mi nutro di parole o piuttosto grazie alle parole (non potrei chiedere pane al panettiere senza dirgli "per favore, quattro michette"), ma non sarebbe male evitare di battere moneta a ciclo continuo.
    A parlare troppo e senza freni la parola, come la moneta, si svaluta, ne circola troppa, e perde di valore. Oltre che di credibilità.

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  7. adesso ho capito, grazie della esaustiva spiegazione :)

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  8. @ S.: grazie a te prima di tutto dei giriingiri da queste parti e poi di avermi offerto l'occasione di sperimentare "una prima volta", sulla quale rifletterò, prosaicamente, in un futuro post.
    Allora spiegherò il significato di "una prima volta".
    La spiegazione esaustiva mi ha reso un poco esausto e un cicinino "nevrotico" nello sciabordio di parole (che possono assordare come un silenzio) ;) ciao, alla prossima

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  9. non so perché, ma " una prima volta" mi suona come qualcosa di " sinistro" :)
    metterò un paradenti nel caso :)))

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  10. hai mai notato come le parole Silenzio e Sileno siano simili? beh, non è un caso.
    Sileno ama il Silenzio.

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  11. Sileno viene su ali silenti
    (dalla raccolta "Lapidario come un lampadario")

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  12. Con passo felpato mi permetto di depositare un omaggio a questo post.
    :)

    Dire: fare(2)
    di Octavio Paz

    Idea palpabile,
    parola
    impalpabile:
    la poesia
    va e viene
    tra ciò che è
    e ciò che non è.
    Tesse riflessi
    e li stesse.
    La poesia
    semina occhi nella pagina,
    semina parole negli occhi.
    Gli occhi parlano,
    le parole guardano,
    gli sguardi pensano.
    Udire
    i pensieri,
    vedere
    ciò che diciamo,
    toccare
    il corpo dell'idea.
    Gli occhi
    si chiudono,
    le parole si aprono.

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  13. @La Eta: l'ho letta, grazie anche a nome del post :o)

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