lunedì 5 settembre 2011

Sunflowergate: un testamento

I temi che tratto in questo articolo non sono adatti ai deboli di cuore. Inoltre rivelo verità scomode, che possono suscitare sia incomprensibile imbarazzo che consapevole ribrezzo.
Ma qualcuno deve pur assumersi la responsabilità di conficcarvi degli stuzzicadenti tra le palpebre e obbligarvi a guardare, e a vedere.

Gli intellettuali hanno Julian Assange, i deficienti hanno Spider Truman, voi avete me.
A costo di essere preso per pazzo, è un rischio che sento di dover correre.
Certe verità sono come un attacco di dissenteria: anche volendo è impossibile tenersele dentro.
Del resto, oramai, non mi resta più molto tempo.

Se decidete di proseguire, scuserete la particolare logorrea dello scritto; vi consoli il fatto che, qualora venissi individuato e arrestato, o soppresso, non è detto che facilmente potrò scrivere altri articoli a breve.

Come per il caso Watergate, il particolare innocuo, il pezzetto di nastro adesivo che ha permesso di aprire uno spiraglio donde sbirciare su tutta la vicenda, è stato il gesto di una donna che un bel dì ventilò di donarmi un mazzo di girasoli.

Anche volendo, non avrebbe potuto agire in maniera così mirata e chirurgica, il che mi fa supporre che abbia agito in perfetta buona fede e ignara del tema che stava maneggiando. A confronto i rivestimenti all’amianto nelle scuole elementari, le bombe israeliane al fosforo bianco, il semifreddo congelato spacciato per tiramisù in un ristorante cinese, sono fiabe della buonanotte.

Ora non ho tempo per spiegare dettagliatamente le mie impressioni sui fiori e sui mazzi di fiori in particolare.
Dico solo che dei fiori recisi sono degli esseri viventi uccisi e dubito fortemente che un fiore ghigliottinato sappia cogliere il lato romantico di un bouquet floreale omaggiato alla donzella o al donzello di turno.
Mi riprometto di scriverne in futuro, se dopo questo articolo-denuncia mi resteranno tempo e modo per farlo.
Voglio solo che sappiate che io voglio bene ai fiori.
Ma qua voglio discorrere di girasoli e non di fiori.

Vi dicevo di una donna che poche settimane addietro ha dichiarato di volermi donare un mazzo di girasoli.
Quindi addentriamoci in questa vicenda angosciosa e perniciosa.

Se regalare un mazzo di fiori è una celebrazione di morte, regalare un mazzo di girasoli è un augurio di morte in piena regola. A confronto una testa di cavallo mozzata nel letto, è un tiepido, confortevole poggiatesta.

Perché i girasoli non sono fiori.
Sarebbe come pensare che un palantìr vada bene per giocarci a bowling, poi magari mentre cerchi i tre buchi per afferrarlo, Sauron ti entra nel cervello e ne esci pazzo o peggio.

Beh, a me i girasoli fanno paura da sempre, ma proprio da sempre!
Un poco mi vergognavo a dirlo, ma ora che ho fatto outing mi sento già più sollevato.

E a questo punto si tratta di scegliere: o sono pirla io o sono pericolosi loro. Siccome a me fanno paura pure i ragni e la vedova nera è un ragno e uccide, allora ho da sempre ragione di pensare che pure i girasoli siano in grado di uccidere. Come si spiega altrimenti che un profiterolle non mi fa paura? E nemmeno una tartaruga (piccola)?

Insomma, ho indagato, ho studiato biopaleontologia, zoogeologia, storia delle civiltà precolombiane e scienze occulte nonché occultate, ho raccolto indizi, ho ricomposto frammenti di prove, e alla fine ho consegnato alla luce della scienza quello che prima era soltanto istinto di sopravvivenza.

Innanzitutto che i girasoli non siano fiori comuni e innocui lo indica il fatto che si muovono, capite?!
Si-mu-o-vo-no!
Sono come piante carnivore, ma non sono piante carnivore, peggio! Hanno una esistenza che esula dalle regole del regno floreale.
E chissà com’è, si rivolgono verso il sole, sono sempre alla ricerca di fonti di calore.
Tali e quali i rettili, animali a sangue freddo. Una coincidenza?

Sono praticamente certo della tesi del sobrio scienziato evoluzionista Amstel Mc Farland.
Mc Farland afferma che nelle indagini darwiniane si trovi la spiegazione del fenomeno.

Secondo Mc Farland milioni d’anni fa, dall’unione del cobra (rettile) e del clamidosauro (rettile pure lui, ops, che coincidenza!, peccato che io le coincidenze le lasci agli stronzi!) la Natura ha confezionato all’umanità questo scherzo di pessimo gusto: il suo nome scientifico è Cobrasaurus suggens suggens.
Ma chi crede nelle favole può continuare a chiamarlo “girasole”.

Per non farvi sentire inadeguati e stolti continuerò pure io a chiamarlo girasole.

Ebbene, il girasole caccia in branco, come i piranha, ha forme di mimetismo sofisticate, solitamente si nutre di farfalle, piccoli insetti, uccelli, rondini, volpi, tassi, marsupiali vari, e contadini.
Il fatto che non sia una specie perseguitata dall’uomo è per me la prova provata della sua subdola pericolosità.

Del resto, mi è fin troppo facile calcare le orme del ragionamento per assurdo del grande Zenone di Elea: “Fammi vedere un individuo in grado di giurare di aver dormito incolume per tutta la notte in un campo di girasoli per poi venire a raccontartelo, e io ti indicherò chi era chiuso in una stanza di motel a trombare con tua moglie mentre tu giravi come un pazzo a cercarla.”

I girasoli si attaccano come ventose e succhiano, succhiano finché ti consumano da dentro. Non ti uccidono subito, ma piano piano. E anche una volta recisi sono letali, emanano tossine e riescono ancora a strisciare, appena non si sentono osservati.
Sì, certo, sono carini a vedersi, tutti belli colorati con le tonalità del sole, certo… come no!?
Allora come mai, ci avete fatto caso, si vendono così tanti girasoli finti, di legno, ornamentali.
Perché mai e poi mai una mamma lascerebbe a dormire il figlioletto nella culla in una stanza alla mercé di girasoli veri dentro un vaso, seppur recisi. Tanto varrebbe liberare delle pantegane, che al tatto sono pelose esattamente come un girasole. Le mamme, nel loro subconscio inconsapevole (chiamasi istinto materno) certe cose le sanno!

Ho recuperato una rara testimonianza; ecco come il signor Paperino (ne voglio tutelare la privacy, vista la delicatezza del tema) racconta il suo incontro ravvicinato con i girasoli, sorpresi mentre si aggiravano nella sua cucina, inerpicati sulla porta del frigorifero, dopo essersi ormai pappati il cervello del padre (mentre gli sembravano "carini ed estivi"):

Breve descizione:
1.Petali lunghi circa cinque centimetri, che terminano con una forma a lama di falce, colore giallo "pisciata-di-primo-mattino".
2.Strana foglia, simile ad un filo d'erba, solo che fatta di fil di ferro in evidente stato di corrosione.
3.Il centro del fiore (non so se si chiama pistillo anche nell'incarnazione di Clizia), formato da un disco di plastica bianco, raffigura un perfetto ritratto del "Joker" interpretato da Jack Nicholson.

Direi che sia palese sulla mente allucinata del soggetto l’effetto devastante procurato dalle tossine liberate dal Cobrasaurus (ah no, giusto… il tenero girasole, pucci pucci, buona fortuna allocchi!).

Qualche brillantone a questo punto potrebbe obiettare scandalizzato: Ma dal girasole si ricava l’olio! È una pianta (ancora la chiami pianta?! Allora sei di coccio.) utile.

Allora! A parte il fatto che pure dai serpenti velenosi si estrae il veleno utile in medicina, e questo dovrebbe bastare per seppellire la patetica obiezione, mi limito a far notare che anche dal fegato di merluzzo si estrae l’olio, ma questo non significa che dobbiamo vantarci del ventennio fascista.

Di più: da una balena si estraggono mediamente alcune tonnellate d’olio,
Ma non credo che sia il massimo della vita dormire con una balena nel letto, a meno che non ve la siate sposata, al che, cazzi vostri!
Quindi a maggior ragione non vedo perché io dovrei dormire con un girasole nella stanza!

Se i girasoli avessero avuto un’utilità effettiva, Dio non avrebbe creato le foche, belle pacifiche e di facile spremitura, che basta conficcargli un arpione nel cervello e scorticarle vive, o le olive o le pannocchie, anche se a onor del vero fa un poco impressione staccare le brattee per mettere a nudo i chicchi.

Ecco un’altra prova inconfutabile.
Il da me adorato Vincent Van Gogh, ebbe un definitivo crollo fisico, emotivo e mentale allorquando si recò ad Arles, in Provenza, patria, indovinate di chi, proprio dei girasoli.
Il povero Vincent venne attratto dalla malìa di queste “sirene di terraferma”, le immortalò in un quadro magnifico, ormai imbesuito e obnubilato, e in cambio fu sopraffatto senza alcuna pietà.
Trovo perlomeno bizzarro non saper cogliere un collegamento tra la follia di questo artista e il fatto che anche nell’estremo percorso verso il cimitero la sua bara fosse letteralmente ricoperta di girasoli.
Pure le ossa si saranno spolpate!

I girasoli possono essere ritenuti responsabili della scomparsa di intere civiltà. È dato storico che gli Incas coltivassero i girasoli (anche se io preferisco affermare che i girasoli coltivassero gli incas, tale quale in Matrix).
Guarda caso (ma quante belle coincidenze!) oggi gli Incas sono tutti morti, ed evidentemente c’è gente a cui fa comodo darne la colpa a Francisco Pizzarro.

Perché la parte più assurda, orribile e squallida di tutta questa vicenda è che esistono quelli che sanno la verità.
Ma la tengono nascosta, magari dentro un Norad o un’Area 51.
La verità è che esiste un manipolo di militari e scienziati folli che sanno come stanno realmente le cose e vogliono cercare di domare ai loro scopi il potere malefico dei girasoli.
Così invece di innaffiarli col napalm, ce li fanno coltivare da sempre.
Per colpa di certe lobby malate, andrà a finire come col motaba o con i mostri di Terminator o le scimmie mutanti del pianeta omonimo.

E intanto vi rabboniscono tutti con cazzate cinematografiche tipo Man in Black e Jurassic Park.
Ma ormai se avete letto fino qua sapete già cosa abbia causato l’estinzione dei dinosauri e dei dodi: stessa fine degli incas.
E secondo voi in Man in Black II per creare il mostro alieno pseudofloreale si sono ispirati a un gelsomino, a un bucaneve o a voi sapete cosa?!
Torna sempre comoda la tecnica del mitridatismo mediatico: propinagli la verità in forma di palliativo fantascientifico e se la berranno tutta d'un fiato come una barzelletta, vaccinati e rassicurati al peggio.
Tale e quale l'effetto placebo della nipote di Mubarak.

Ecco, ho finito e non ho altro da dire.
Ora dipende da voi.

Io non credo che sarò qua a vedere la fine, perché se una donna vuole regalarmi un mazzo di girasoli è segno che mi hanno individuato e ormai è solo questione di tempo.
Sono un pirata al quale è stato messo in mano il marchio nero: la mia condanna è scritta.
Anch’io me li troverò inerpicati sulla mensola della libreria, da dove mi si ventoseranno alla giugulare, mentre uno mi bavaglierà la bocca, impedendomi di urlare aiuto.

Spero soltanto che il mio sacrificio possa servire ai posteri. E vi lascio un augurio di speranza.

Un girasole buono è un girasole morto.
E un girasole morto è innocuo solo carbonizzato.

E finite a martellate i semini, a uno a uno.

A uno a uno!

Ci vuole una mazza bella grossa, da minatore.

A uno a uno!

Di notte, quando dormono nei campi, dovete conficcargli un punteruolo d’argento nella corolla.

A uno a uno.

E incendiate con della benzina il residuo oleoso.

A uno a uno.

Prima del sorgere del sole.

A uno a uno.

Prima che si sveglino.

E vi uccidano tutti.

A uno a uno.

K.

fonti bibliografiche a testimonianza che è tutto vero:

20 commenti:

  1. Ho deciso: sei ineluttabilmente pazzo.




    :)

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  2. tu hai deciso con saggezza, come disse Giuseppe di Arimatea a Indiana Jones! Yuk! Yuk! Yuk!

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  3. quando si è sposata una mia amica ha scelto un addobbo floreale a base di girasoli. il matrimonio è durato 6 mesi. può esserci una relazione?

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  4. ciku, ora che hai letto quanto ho scritto, sai bene quanto me che la tua domanda è solo un futile, disperato tentativo di negare a te stesso la risposta che già conosci, ma non hai il coraggio di accettare. fattene una ragione e affronta la realtà.

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  5. sarebbe "stessa" ma ok, scaverò nelle mie interiora.

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  6. ah sei una stessa, ok
    cercherò di rammentarmene.
    del resto per "loro" non fa alcuna differenza.
    non distinguono.
    :D
    magari troveremo scampo dentro uno zaino invicta.
    se lo trovi per tempo.

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  7. Altra particolarità dei girasoli: il seme dopo esser stato interrato non rimane nel terreno ma ne 'esce fuori'. Per farla breve è come se crescesse al contrario.

    Amstel Mc Farland sobrio? Non la sapevo così.

    Bentornato.

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  8. la particolarità dei semi è l'ennesima conferma qualora ancora ne servissero: non cerca la terra, cerca il sangue.

    in effetti è quasi sempre sbronzo: solo la rara sobrietà gli è di impedimento al Nobel.

    I'm Beck's.

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  9. Per "I'm Beck's" ti perdono tutte le eresie dette nel post :)

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  10. ah ah, cazzo ma è bellissimo! un po' lungo eh, però ci sono un paio di momenti veramente geniali.

    Finalmente ora ho capito perchè VanGogh è impazzito..tutta colpa di quei fottuti girasoli!

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  11. @Obi: :D in fondo hai un cuore di panna con parete miocardica di bignè e tessuto connettivale di cioccolato al latte, insomma sei una palla! (di profiterolle)

    @Sileno27: (ehm, detto en passant, mi sembra di chiamare il radiotaxi, tipo sirio48 o giraffa12, vabbeh) mi fa piacere ti sia piaciuto e che tu sappia ora la vera fine di Van Gogh. Adesso io aspetto che tu mi dissolva la nebbia che aleggia intorno all'arcano di Diazepam
    http://tuttofinisce.blogspot.com/2011/09/il-centesimo-post.html

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  12. E io che pensavo mi avessero già insultato in tutti i modi concepibili da menti umane...
    La vita riserva sempre delle sorprese.

    Però un po' è vero dai, tant'è che sono preoccupata per l'assenza ingiustificata del signor Paperino.
    Paperinooooooooooooooooo molla quella bottiglia e vieni a difenderti dai vaneggiamenti di un pazzo!:)

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  13. @Obi: il signor Paperino dopo il post sul Detective, come dice Dan Peterson, per me numero uno! Quindi Paper...one! :)
    Ma poi riprendo a chiamarlo col suo nick, che mi piace essere informale, ma non voglio prendermi confidenze abusive soprannominando i nick. Accorciarli sì, ma sostituirli non lo sento mio come espediente. Che magari uno se l'è scelto dopo averci meditato per anni il proprio nick. Boh, è un poco lunga da spiegare. Sono fatto un po' così, a volte paranoio. Però in questo articolo è cascata a fagiolo la tua simpatica traduzione del paper, per offrirmi un facile nome incognito, sotto il quale salvargli le penne. Almeno spero.

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  14. Ma io ho avuto precedentemente il suo permesso, (mi ha pure spiegato perchè gli calzasse bene...); anche a me non piace chi si prende la libertà (senza prima chiederlo) di chiamarmi Obi!:)

    (vabbè con te ho fatto un'eccezione e non ti ho strappato i denti per simpatia).

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  15. @Obi: ah ma io mica mi riferivo al fatto che tu lo chiami Paperino, sono io che mi trovo a disagio a relazionarmici come Paperino. Io non sono mica una Paperina, poi va a finire che lui mi chiama Pippo e a me quel cane bipede demente sta sul culo (invece adoro Paperino).
    A te ho accorciato in Obi per istinto umanizzante, che a chiamarti Orsa Bipolare, a me sembra di dire Maglio Perforante o Alabarda Spaziale, cioè, boh, non so, lo sento artificiale, e allora mi è venuto d'istinto Obi.
    Comunque grazie se posso ancora mangiare un panino con la frittata senza ricorrere a una dentiera.
    Ah, visto che il tuo nick completo un po' ha attinenza... questa notizia può incuriosirti:
    http://daily.wired.it/news/ambiente/2011/07/08/orso-polare-bruno-famiglia.html
    (e, tempo al tempo, arriverà il giorno che la racconteranno giusta pure sull'origine dei girasoli)

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  16. Si, è bello sapere che fosse una femmina, dovrò dirlo al mio omonimo (ho scoperto che c'è un Orso Bibolare in giro per il web).

    Probabilmente la verità è che Eva non porse una mela ad Adamo...:)

    PS
    Confidenza per confidenza, a me stava (ho cambiato letture) molto più sul culo Topolino.

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  17. @Obi: beh visto che siamo in vena di confidenze all'ora del the:
    PUNTO UNO: Pippo mi sta sul culo, ma in fondo poveretto è nato deficiente. Ma se le uova non le mitraglio è perché quel saputello difensore dei valori plutocraticoperbenisti sempre slavato e a modo e la sua puttanella pudica con gonnellina a pois e fiocchettone (ma sotto mutande non vi conosco, avanti c'è posto nel traforo del Brennero) li trivello a vista. Sei un sorcio topo, un sorcio, non ti emanciperai mai dal tuo servilismo di regime.
    PUNTO DUE: a quelli che magari dicono "ma poi pippo quando mangia l'arach". Sveglia babbei! Pippo si chiude nelle cabine telefoniche a farsi le pippe e stop e scolpitevelo a picconate sui coglioni: "Paperinik gli caga in testa a Superpippo".
    PUNTO TRE: io non so cosa porse Eva ad Adamo, credo una fica o un paio di pere per dessert, ma so bene cosa insidiò il suo calcagno e a cosa schiacciò la testa: era un girasole!
    PUNTO QUATTRO: l'ora del the è un'espressione che a pensarci bene mi fa veramente cagare, visto che non sono un parruccone reazionario e imbalsamato che ha bisogno di rispettare l'usanza di bere il the a metà pomeriggio, mentre il mondo va in merda. Lo bevo quando voglio io il the. La mattina a colazione se mi garba.
    PUNTO CINQUE: hahaha un orso bipolare!!! se è un blogger non portarlo fino qua, altrimenti poi mi confondo, e vi devo chiamare Obo e Oba! hahahahaha

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  18. ah, PUNTO SEI: mi stanno anche sulle palle gli elenchi puntati, che tornato utili soltanto per fare elenchi di idiozie, per far tajà un'orsa romana de roma.

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  19. ROMANA DE ROMAAA????
    Ahi ahi, vedo che lei è distratto caro signor Kisciotte, sono nata nella terra delle arance (e dei girasoli?!)ma vivo in quel di Roma.

    Non so se l'Orso abbia un blog, l'ho solo visto su FB, quindi non credo tu debba temere nulla.

    Riguardo il punto sei, beh, non penso si possano fare elenchi di idiozie se non si ha una certa predisposizione ;^D

    PS
    Ma il mondo va in merda solo a metà pomeriggio?
    Mmh...non lo sapevo.

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  20. @Obi: cavolo scusa, è vero ero distratto dal concitato fuoco dell'idiozia. Avevo letto in qualche tuo scritto che sei peregrina, hai girovagato in più città, abiti a Roma ma non ci sei nata, già. Pura distrazione, sorry.
    mmm... be no, per la maggior parte dell'umanità è sempre l'ora del the. Perché in ogni istante c'è sempre un fuso orario nel mondo dove, all'ora del the, un bambino muore di fame con la pancia gonfia di vuoto. Ne farò un articolo, non mischio le idiozie con certe faccende.
    ciao Orsa all'Arancia ;)

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