mercoledì 9 gennaio 2013

Rivogliamo Get Fuzzy

"Satchel e Bucky, con la loro nobile semplicità e quieta grandezza, gettano uno sprazzo di luce sulle grigie giornate milanesi."
[anonimo saggio metropolita]

Sottoscrivo integralmente la dignitosa supplica del lettore di Metro News e lo abbraccio fraternamente in cerca di reciproco umano conforto. Noi due e chissà quante altre elettive anime, erriamo da lunedì nel buio della voragine generata dal tragico evento. Dopo la festa della Befana, Metro è tornato in distribuzione a Milano, privo di quel rettangolino disegnato da Darby Conley, che costituiva per me gaia, quotidiana (esclusi i festivi), lucente certezza di una dose di cinismo felino e e canina ingenuità.


Aggiungo una pacata considerazione; vorrebbe essere una minaccia, purtroppo è soltanto una disarmata presa d'atto. La striscia di Get Fuzzy dava per me significato a tutto il quotidiano, sia temporale che cartaceo. Privata della pietra angolare della vignetta, tutta l’architettura del giornale frana su se stessa, in un ammasso di carta e inchiostro svuotato di ogni significato. E tutto quanto frana sopra me. Senza quel perfido gatto e quel bietolone d’un cane, dentro il quotidiano di carta rimangono soltanto dei sensati umani redazionali e dentro il mio quotidiano noiosi bipedi ahimé non pulciosi.

A ciò si aggiunga il dolore che mi causerebbe lasciar spaziare lo sguardo sulla desolazione di ciò che non è più. Sfogliare le ultime pagine sarebbe per me straziante come contemplare le rovine di Osgiliath. Mi tornerebbero alla mente i bei giorni in cui rovistavo nei cassonetti della carta riciclata, fin nei cestini verdi dell’immondizia lungo i marciapiedi, alla ricerca di una copia dalla quale strappare con cura la vignetta del giorno. Vignetta che, una volta a casa, ritagliavo e riponevo con cura sulla mensola, in compagnia delle altre centinaia di vignette che l’avevano preceduta, ammonticchiate con amore una per una.
Le colonne nere di fatti e opinioni, le nere corolle dei titoli pretestuosi, franano e appassiscono al calar del sole. Soltanto le vignette perdurano, godute avidamente e custodite con l'affetto che si riserva a qualcosa di prezioso.

Quei raggi di sole sono tramontati con il 2012. L’alba del nuovo anno è avara di tepore e conforto. Non ho più alcun motivo di affrettare il passo per procurarmi una copia di Metro nel distributore del mezzanino della metropolitana, cercando di battere sul tempo quel maledetto portinaio che andava anche lui ad arraffarne un’intera risma da infilare nel casellario postale.

Dai, da bravi, tornate dentro

Oramai Metro, senza Satchel, Bucky e Rob, è un quotidiano come tanti altri, quindi lo lascio agli altri. A volte, quando la realtà decade e la sua bruttezza si fa insostenibile, buon senso vuole che si viva nella bellezza dei ricordi.

Stanze dei ricordi

K.

Vignette svaniscono, affezionati blog scompaiono: se il buongiorno si vede dal mattino, si prospetta un 2013 di merda. Perché i geni soggiacciono a tanti scrupoli di coscienza, mentre tanti deficienti si reputano geniali, imperversando senza dubbio alcuno? Perché?
Già. Perché!


Che poi, in fondo, sono ben altre le domande fondamentali della vita.


6 commenti:

  1. BUCKY E' STATO RAPITO DAI MAYA

    E' successo nelle prime ore del 21 dicembre scorso: i Maya hanno rapito Bucky Katt, intimando a Rob e a Satchel di mantenere il silenzio stampa; la strip del 21 era gia' pero' nelle rotative. Hanno quindi chiesto un riscatto a Metro. God Save The Katt. Fine del messaggio.

    firmato: un affiliato all'ordine della ciotola di salmone

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    1. Per altri duemila pasti il segreto ordine tornerà a sgranocchiare crocchette nell'ombra.
      Proprio ora che Codex stava rivelando la Verità al mondo! Maledetta Ape!
      (E non mi stupirei se ci fosse pure lo zampino della rivale setta della scatoletta di tonno!
      E anche della scimmia!
      Siano tutti dannati!)

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  2. Adoro questo fumetto!

    Grazie mille per il commento, CIAO!!!

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    1. Tu, vedi di non fare scherzi, che sei la mia ultima speranza, o quasi.

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