sabato 17 dicembre 2011

Cheers to you, Sir

Tra i suoi ultimi atti, con una lettera agli amici, ha voluto precisare che qualsiasi voce di una sua conversione in punto di morte sarebbe stata solo una forma di sciacallaggio mediatico. Quei personaggi scomodi che le paure popolane non riescono a piegare da vivi, possono essere vittima del pettegolezzo post-mortem, che può sottomettere anche il più eretico dei pensatori, soltanto perché non ha più la possibilità di controbattere.
Malato di cancro all’esofago, giovedì 15 dicembre, all’età di 62 anni è morto Christopher Hitchens.
Senza convertirsi.

Potete leggere in forma di lettera il suo testamento intellettuale.

Alcuni intellettuali che lo ricordano

Addio, grande voce. Grande voce della ragione, dell’umanità e dell’umorismo. Grande voce contro i luoghi comuni, contro l’ipocrisia, contro l’oscurantismo e la presunzione, contro ogni tiranno, tra cui Dio. Addio, grande guerriero. Eri in trincea, Hitch, e non hai ceduto. Addio, grande esempio per tutti noi. [Richard Dawkins, biologo ed etologo]

In un dibattito starei sempre dalla sua parte, sicuro di vincere, anche contro Cicerone o Demostene. [Martin Amis, scrittore]

Articolo dell’amico scrittore Ian McEwan, sul The Guardian

*****

1949 - 2011
(alcuni pensieri)

Sono diventato un giornalista perché non volevo fare affidamento sui giornali per informarmi.

Avere la libertà di parola non è abbastanza. Bisogna imparare a parlare liberamente.


- Contro ogni fanatismo, sia laico

La mia opinione è abbastanza per me, e rivendico il diritto di difenderla contro ogni consenso, qualsiasi maggioranza, ovunque, in ogni luogo, in qualsiasi momento. E chi non è d'accordo può scegliere un numero e mettersi in fila per baciarmi il culo.

Indubbiamente i sondaggi aiutano la gente a decidere cosa pensare, ma la loro più importante influenza a lungo termine è cambiare come la gente pensa. L’intero processo è in contraddizione con il porre una domanda intelligente o ricevere una risposta ragionevole e riflessiva.

Quello che può essere sostenuto senza portare delle prove può essere respinto senza portare delle prove.

Posso presumere che siate contrari senza riserve all’istigazione all’omicidio, per denaro, di un uomo di lettere? È stato educativo vedere quanto spesso venisse a mancare questa assicurazione, o venisse espressa con riserva. Quando era così, mi rifiutavo di discutere oltre. Dunque, il quel caso, mi trovai a essere un riduzionista, per di più orgoglioso del mio semplicismo.
(in difesa di Salman Rushdie)

Nel 1968 feci un viaggio a Cuba. Ricordo in particolare un seminario con Santiago Alvarez, il gran vecchio del cinema di Cuba. Il cinema era il medium elettivo della rivoluzione cubana, ed egli ci assicurò che non c’erano restrizioni. Completamente? Ebbene, disse, con una risatina, c’è una sola cosa che non si fa. Non era permesso alcun ritratto satirico del Leader (la risatina riguardava la sola  idea che qualcuno si sognasse di proporre una cosa del genere). Dissi, molto semplicemente, che se il cruciale argomento di Castro era tabù, allora, non ci poteva essere alcuno spazio per la vera satira o una reale critica. Avevo sentito e letto del termine “controrivoluzionario”, ma quella era la prima volta che lo sentivo applicato in tutta serietà – e a me, per giunta. Di nuovo, io non rivendico nessun coraggio per aver sostenuto una posizione tanto ovvia, e non ho corso alcun rischio salvo ricevere un po’ di insulti da qualcuno dei presenti. Ma non posso dimenticare il silenzio di tomba che seguì la mia osservazione.

La libertà di parola include la libertà di odio.
Sotto la colonna odio:
dittatura
religione
stupidità
demagogia
censura
prepotenza
intimidazione

Sotto la colonna amore:
letteratura
ironia
humor
l'individuo
la difesa della libertà di espressione

[da Hitch 22, autobiografia]


- che religioso

La Bibbia potrebbe anche contenere, ed effettivamente contiene, giustificazioni al traffico di esseri umani, alla pulizia etnica, alla schiavitù, alla vendita delle mogli, ai massacri indiscriminati – ma noi non siamo vincolati a niente di tutto questo, trattandosi di storie messe insieme da rozzi e incolti mammiferi umani.

Madre Teresa di Calcutta non era un’amica dei poveri. Era amica della povertà. Diceva che la sofferenza era un dono di Dio. Ha passato la sua vita a opporsi contro l’unico rimedio certo contro la povertà, cioè l’emancipazione delle donne da chi le vede come una specie di capo da bestiame per la riproduzione obbligatoria.
(segnalo a riguardo un articolo di Tiziano Scarpa, su minimum fax)

La religione fa affermazioni straordinarie, ma affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie: e invece la religione non fornisce nemmeno prove ordinarie per le sue rivendicazioni sovrannaturali.

Fatemi un esempio di una buona azione fatta da un credente che non avrebbe potuto essere fatta anche da un non credente

I non credenti sono più misericordiosi e comprensivi dei credenti, oltre che più razionali. Noi non crediamo che il papa subirà un giudizio o un castigo eterno per i milioni di persone che moriranno inutilmente di aids, o per aver offerto pretesti e protezione a chi si è macchiato di un peccato imperdonabile come stuprare e torturare bambini, o per le tante persone a cui il senso di colpa e la vergogna hanno rovinato la vita sessuale, e a cui è stato insegnato a rispettare il corpo solo quando è una spoglia senza vita come quello di Terri Schiavo.


La morte è certa, e questo sostituisce sia il canto delle sirene del Paradiso che il terrore dell’Inferno.

*****

Ci sono individui che ti insegnano come pensare.
Ce ne sono altri che ti insegnano cosa pensare.
I primi sono maestri che formano liberi pensatori.
I secondi sono indottrinatori che tramandano un credo.

E ora mi unisco al brindisi.


K.

27 commenti:

  1. Grazie K! Fa sempre un gran bene ricordare questi Persone.

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  2. io non lo conoscevo...dunque grazie.
    ho trovato interessante la sua "verità" su madre Teresa di Calcutta, icona delle sante donne moderne, ricordo una sua poesia sul sorriso donato, che nonostante la mia laicità, mi piace molto, ma non mi piace avere dubbi, o meglio voglio sempre dubitare per meglio sapere o credere di sapere e dunque sicuramente mi documenterò e leggero' quanto da lui scritto...non amo i guru in genere, e ritengo che essere ateo comporti anche la libertà di non appartenere a nessun club esclusivo, sia che si credi nei totem o nel santo graal...mi piacerebbe sapere cosa pensava o se ha scritto di lui Giorgio Odifreddi, mi documenterò anche su questo...bene, adesso so cosa fare,se l' influenza continuasse a tenermi agli arresti domiciliari :-)

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  3. @S.
    Beh, da come hai scritto nel commento all'articolo che dedicai (quello linkato alla fine di questo post) di Hitchens hai acquistato già un libro.
    Ho letto anch'io delle poesie della suora albanese. La sua produzione letteraria non ha a che vedere con la sua convinzione che il dolore va donato a Dio.
    E' ormai agli atti che la suora, denunciata anche da associazioni mediche locali, accudiva i malati con sincero amore cristiano, lo stesso credo in base al quale la sofferenza terrena fa guadagnare punti per il regno dei cieli, ergo proibiva la somministrazione di morfina e i malati che crepavano, crepavano tra dolori atroci.
    Ti ho linkato un articolo di minimum fax sotto la frase relativa di Hitchens. Altri ne puoi trovare da te.
    Inoltre nel link a "Il Post" verso l'inizio del mio articolo, trovi ulteriori link sia a Teresa sia a una originale posizione critica di Hitchens nei confronti dell'operato di Gandhi. Sono tutti spunti di riflessione, basati su interpretazioni, condivisibili o meno, ma pur sempre partendo da concreti fatti biografici, e non da "dicerie scritte".
    La distinzione io non la faccio tra atei e credenti, ma tra chi dice "io penso" e chi dice "io credo".
    Ci sono anche tanti atei che credono in fanatismi laici.
    Ah, a proposito, una osservazione che faccio anche a me stesso: proviamo a fare caso a quante volte durante la nostra giornata diciamo "io credo" quando potremmo dire "io penso". E' un altro indice di incrostazioni dottrinali nella nostra neurolinguistica cresciuta all'ombra della fede.
    Penso Odifreddi ne avesse molta considerazione, visto che oggi l'UAAR, del quale è Presidente Onorario, ne annuncia la morte e i testi di Hitchens sono in elenco nelle bibliografie del sito.

    Mi spiace tu sia malata, spero guarirai presto, ma mi fa piacere che sei tornata a trovarmi. Mi mancavano i tuoi commenti ben mirati e dialettici.
    Pensavo quasi che ti fossi dimenticata di me.
    Copriti bene comunque, che ho letto stamattina che dalle tue parti nevica.
    Ciao e buona lettura in convalescenza.

    (cazzimma)

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  4. Kisciotte,infatti non lo conoscevo...il libro e' stato acquistato (e non ancora letto) sulla fiducia :) ma, appunto dell' autore non conoscevo la biografia, che adesso con questo post ho letto, ne conoscevo la bibliografia ed i suoi articoli.Sono anche d' accordo con te sulla questione del condizionamento linguistico, e non solo, dovute all' indottrinamento cattolico, anche perché e' materia scolastica già dalla scuola materna.Ti ringrazio di aver sottolineato la mia assenza su questo canale,ma ultimamente il mio digitale lunare aveva problemi di ricezione...
    Grazie ancora dell' augurio di guarigione, che spero, a questo punto sia ritardato ancora di qualche giorno, finche' non smetterà di nevicare...sempre che sia neve,
    perché stiamo ancora valutando quale sostanza stia venendo giu'...:-P

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  5. L'ho trovato.
    http://www.vanityfair.com/culture/features/2010/09/hitchens-201009

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  6. dopo lo star del credere arriva kisciotte: la star del pensare.
    tutto molto ben argomentato e raccolto, con i link anche per noi pigroni.
    io PENSO che hai fatto un gran bel lavoro.

    hitch

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  7. Tra tutte le citazioni mi piace sottolineare la libertà di odio. Nella nostra società una delle ipocrisie più grandi è la negazione dell'odio: si fa finta di essere buoni con le parole e poi si si permettono le peggio abiezioni con l'indifferenza, quando va bene.
    L'odio è una bestiaccia che fa parte della natura, solo guardandolo in faccia si può dominare, qualche volta.

    vinga vinga

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  8. Purtroppo l'ho iniziato a conoscere solo dopo la sua morte, prima non lo conoscevo (ho ricollegato solo ora che ne avevi recensito un libro).
    Complimenti per il post, bellissime citazioni e grazie per aver messo in mostra un così grande pensatore.

    Se ti interessa anche Matteo Bordone sul suo blog ha reso omaggio a Hitchens.

    Grazie.

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  9. @cielosopramilano
    Ciao, sì Vanity Fair è uno degli ultimi magazine per i quali ha scritto.

    @Hombre
    Ciao :oD
    Francamente, per non molestare troppo la vostra pigritudine, alla fine ho anche evitato di mettere troppi link.
    Questi, se ti interessano, sono i tre che ho escluso.
    Hitchenszone
    Vanity Fair
    Rollingstone magazine
    E molte altre testate dal New York Times alla BBC.

    @la donna camèl
    Pensa che è stata quella sulla quale ero più in dubbio se riportarla o meno.
    Finché non ne ho fatta mia la valenza, ritrovando l'elenco delle cose da odiare.
    Valenza che tu hai ben colto da subito.
    Se si crede nell'amore, bisogna accettare anche l'esistenza dell'odio.
    Senza troppi buonismi di fuga dalla realtà, e a prescindere da un giudizio morale.
    Se poi se ne fa una questione morale, quando falliscono i tentativi di confronto e dialogo, può essere necessario "saper odiare" e fare terra bruciata con il proprio comportamento, invece di girare lo sguardo da un'altra parte, intorno a quei comportamenti che aggrediscono la lista delle cose da amare.
    Proprio per difenderle da quell'odio che altrimenti le aggredisce indisturbato.
    Personalmente penso che può essere necessario ricorrere a quello strumento proprio dell'uomo che si chiama "odio difensivo" in casi estremi. Ma queste ultime considerazioni sono un fatto mio personale.
    Restando al tuo commento, il primo passo da fare è accettare l'idea che l'odio esiste, poi si può decidere come affrontarlo, ma non certo biasimandolo solo a parole. Poiché l'odio spesso si manifesta nei fatti.
    E occorre contrapporgli dei fatti. Possono essere fatti di rinnovato amore o di contrapposto odio.
    Ma comunque fatti e comportamenti concreti e non frasi di sterile biasimo.
    Che lasciano il tempo (e l'odio) che trovano.
    Grazie ;)

    @Josef K.
    Grazie, dei complimenti, ma soprattutto per apprezzare le frasi di Hitchens e grazie anche del link, che ho nel frattempo letto.
    Per me, almeno da quello che ho ricavato da questo primo libro che ho letto di lui, la bellezza di questo "pensatore" è che i suoi pensieri sono sempre testati e spesso frutto di esperienza di vita concreta.
    Il fatto che li abbia praticati fino all'ultimo istante li rende davvero pensieri forti e concreti.
    Prima ancora che condivisibili.
    Grazie ancora, ciao.

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  10. non conoscevo. ora un po' conosco. grazie.

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  11. nemmeno io, e quello che ho letto mi piace molto.

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  12. @ciku
    Grazie a te per il tuo interesse.

    @magneTICo
    Ciao, mi fa piacere. Se può interessarti, "Consigli a un giovane ribelle" (come da link sotto la K. di firma) è un libretto di un centinaio di pagine che condensano il "pensiero d'azione" di Hitchens.

    8-|
    Se non erro finalmente hai tolto quell'ostia di DisqUs!
    Mi aveva causato intolleranza commentaria.
    Ci si becca, ciao! :o)

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  13. Prosit. Un articolo degno di un quotidiano online, Kisciotte.

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  14. @SpeakerMuto
    Un lettore degno di un quotidiano online.
    Un lettore che sa riconoscere la grandezza di una pagina di giornalismo.
    Un lettore che merita post di spessore e significato da applausi.
    ...............................
    8-|
    Effettivamente... che ci stai a fare sotto l'elmo?!?!

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  15. http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/2011/12/17/morte-di-un-ateo-reazionario/

    quello che pensava Odifreddi :)

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  16. Mi ero ripromessa da tempo di leggere qualcosa di suo, rimedierò dopo Dawkins che sto leggendo ora.

    Ti amo per questo post, oppure amo questo post, fai tu :)

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  17. @S.
    Grazie, letto. Interessante.
    Sapevo di una posizione facilmente concorde tra i due sulla questione religione e sulla prevalenza da dare alla logica pragmatica.
    Sulle questioni politiche e belliche, Odifreddi non concorda con Hitchens. Per quel che può valere nemmeno io. Anche per il fatto che non posso avere certezze che magari Hitchens ha maturato "sul campo" (tipo testimonianza diretta a Cuba, una fra le tantissime che cita). Riguardo la Fallaci so che Hitchens la ammirava. Io ho letto soltanto "Lettera a un bambino mai nato", e l'ho trovato melodrammatico e ipocrita.
    Sul pacifismo (ma dipende che significato si dà al termine) concordo con Hitchens, e con i pensieri che esprime.
    Odifreddi l'ho ascoltato più volte in interventi dal vivo e a volte rischia di cadere in una ortodossia del pensiero, in quanto scienziato.
    Su faccende sociali e politiche do più fiducia a un giornalista d'inchiesta, che è stato presente di persona in molti scenari storici dei quali scrive.
    Comunque ho appena ordinato "Dio non è grande" per farmi di persona un'opinione da confrontare con quella negativa che ne ha Odifreddi.
    Restano due figure che apprezzo, non fosse altro per il comune impegno a far prevalere il confronto intellettuale, mondato da dogmi di non-pensiero.
    L'importante è pensare, anche in maniera discorde, ma intanto ci si pensa. :o)
    Grazie ancora per il link.

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  18. @ME
    Consiglio di concentrare il sentimento sul post. Io ho molte sfaccettature, altre potresti non amarle.
    Quindi vai sul sicuro.
    Ora che puoi, goditi appieno la passione che trovi in questa lettura.
    Io vi lascio soli: quando volete fare colazione, suonate la campanella, due volte, e ve la servo in camera.

    (due volte perché il post suona sempre due volte, ok è una cazzata, ma ormai l'ho scritta e non ho fatto in tempo a cancellarla prima di inviare)

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  19. Chiedo perdono, perché steccherò, pur senza alcun intento polemico.

    La mia è una riflessione semplice, spinta da una forza che pare avere origine direttamente nel plesso solare. E, ripeto, pacatissima.
    Non mi riesce, in alcun modo, di venerare nessun essere umano: sappiamo quanto noi tutti si sia nel contempo sordidi e sublimi.
    Ritengo che eroi ed anti-eroi siano comunque sovrumani e che il loro mito non sia scevro da precedenti tentazioni narcisistiche (questa volta più che umane). Ma il discorso, così -mi rendo conto-, dilaga...

    Così come non amo veder sventolare le bandiere del credente, del cattolico, del comunque supponente, non amo neppure le crociate anti-credo, per la semplicissima ragione che, in mezzo, ci sta la libertà individuale di appoggiarsi ad un dogma per sopportare la vita, o propendere per un nichilismo -purché non decadente- desideroso di cercare puntigliosamente una qualche utopistica verità.
    Il dialogo tra credenti ed atei è oggettivamente sempre impossibile, perché non esiste modo di trovare una mediazione tra due visioni tanto dissimili dell' esistenza umana.
    Perciò, fare dell' ateismo una crociata, equivale comunque ad aderire ad una nuova religione.
    Ed io penso che le religioni -quali esse siano-, siano giganteschi infingimenti dietro cui l' uomo si nasconde per non affrontare, in ultima analisi, sé stesso.

    Detto questo, nella morte di ogni uomo, ogni giorno, moriamo un po' tutti.

    Un caro saluto, Cavaliere.

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  20. @sirio59.mm (sembra di chiamare un taxi :o)
    PARTE UNO

    Arrivato alla fine del tuo argomentato commento, devo lasciar cadere insoddisfatta la tua richiesta di perdono, non avendo trovato traccia di alcuna colpa da espiare. E nemmeno di polemica, essendo la polemica prerogativa degli stupidi, quindi non hai modo di avvalertene. Rassegnati all'idea :o)
    Invece trovo motivate critiche.
    Ti rispondo, per quel che penso io.

    Io non venero niente in cielo e tantomeno sulla terra. (a meno che non si entri in un'ottica umoristica, e allora "veneravo Ruud Gullit e Marco Van Basten", perché do all'espressione un significato scevro da qualsiasi possibile barlume di serietà, e non è il caso di Hitchens)
    Sono d'accordo con te.
    Eroi, paladini, hidalghi, cavalieri, li lascio al mondo della letteratura o dell'immaginazione sentimentale per cuori bisognosi di facili rifugi e batticuori.
    Pure al mio, quando mi chiudo in quelle mie private stanze segrete.

    Nella realtà dell’interazione con altre persone cerco di trarre spunto da comportamenti e intelletti esemplari.
    In ogni caso questo è il mio pensiero, riguardo il Credo: io non sono ateo.
    Ritengo sciocco credere in ciò che non può essere provato. A maggior ragione se su quel credo si impronta significativamente la propria vita e a volte si cerca di improntare le scelte altrui.
    Ritengo altrettanto sciocco negare la possibilità che qualcosa esista (in questo caso Dio, ma potrebbero essere i campi elettromagnetici), soltanto perché al momento non siamo in grado di provarne l'esistenza.

    Se fossi obbligato a definirmi, se non fosse che odio certe ridicole etichette altisonanti, mi definirei un agnostico a-teocratico.
    Non mi pongo il problema se i draghi esistano o meno, visto che fino a prova contraria non influiscono nella mia esistenza. Il problema del drago nasce quando qualcuno cerca di fare proseliti sull'idea che ci si debba comportare in un certo modo perché così vuole il drago. A quel punto io voglio che me lo si mostri il drago, con tutte le sue spire e le sue squame.
    Per dirla diversamente: sono ateo sul pianeta terra coi suoi fenomeni naturali, dei quali io costituisco una particella. Sono qua in attesa che Dio batta un colpo. Fuori, nello spazio vuoto e inesplorato, essere teo o ateo per me è ugualmente demenziale. Quando vivrò nei cieli allora mi porrò il problema. Se Dio si diverte a giocare a nascondino con me da millenni, chi sono io per saperlo? Ma soprattutto perché dovrei sprecare del tempo a discutere dell’Indiscutibile?

    Invece l’essere anti-teocratico è un concetto ben chiaro per me.
    Non accetto l'arroganza di istituzioni terrene (Chiesa), formate da esseri umani tali quali a me, che hanno la supponenza di confrontarsi con me pretendendo di porsi su un piedistallo di superiorità prefissata, perché si dichiarano custodi di Verità rivelate e di interpreti di testi sacri, scritti a loro volta da altri mammiferi dediti alla pastorizia. (???)

    Sono d'accordo con te sulla considerazione che tra chi crede e chi non crede ci debba essere lo spazio di libertà individuale per ognuno.
    Trovo volgare l’arroganza di chi sbeffeggia la spiritualità intima di una persona.
    Per me denota insicurezza nelle proprie convinzioni, un dover zittire la preghiera altrui per paura che il proprio pensiero vacilli.
    Quello è un luogo privato dell’animo (volendo, chiamiamolo sacro).
    Io mi limito al confronto esterno, relazionale.

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  21. @sirio59.mm
    PARTE DUE

    Secondo me, il problema nasce quando nella spazio del confronto sociale, fuori dalla sfera individuale, chi crede pretenda di potersi confrontare con chi pensa portando come argomentazioni frasi che iniziano con "così sta scritto" oppure "perché è sacro".
    Idoli e concetti sacri io li lascio al mondo dei draghi e degli angioletti che giocano a bocce quando c'è il temporale. Affascinanti, per creare miti e fiabe, da rispettare nella sfera intima di ognuno, ma non in un confronto tra intelletti. Perché l’intelligenza è prerogativa di confronto tra uomini.

    A me la fede come “strumento di difesa, di sostegno passivo e individuale” non reca problema.
    Il problema nasce quando la fede diventa “strumento di imposizione attiva e sociale” e la reputo un mezzo di alcuni per lucrare e campare sulla miseria spesso intellettuale dei molti, per decidere come debbano vivere e anche come debbano morire, sempre che gli venga concesso di spirare.

    Come detto sopra non distinguo tra chi crede e chi non crede.
    Sempre nell'ambito del confronto col prossimo, distinguo tra chi fa lo sforzo coraggioso di basare le proprie affermazioni su ciò che l'intelletto ricava dalla realtà approssimativa della vita naturale e chi "sospende il giudizio" affidandosi alla fede, per leggere in una rassicurante chiave perfetta ma astratta queste paurose incompletezze che chiamiamo vita reale.

    Per ora, nonostante forti sollecitudini biografiche, il mio cervello non ha mai firmato una delega perché qualche pagina di testo sacro parlasse a nome suo.
    Questo aspetto apprezzo di Hitchens.
    Non avendo io idoli, ci sono altre sue affermazioni che non condivido, e so di poter dissentire senza paura che Hitchens mi dichiarasse eretico o disobbediente.
    A differenza di una dottrina divina, dei pensieri di un uomo se ne possono condividere alcuni e rigettare altri, liberamente.

    Riporto sotto una tua frase, perché la condivido totalmente.
    "Perciò, fare dell' ateismo una crociata, equivale comunque ad aderire ad una nuova religione."

    Io diffido di qualunque presa di posizione pro o contro dio: dio non ha mai creato problemi a nessuno.
    Se esiste noi nulla possiamo contro il suo Potere, se non esiste pace al secchio.
    Sono mammiferi che vanno di corpo come me e te che nel corso della Storia hanno reso Dio una piaga dell'umanità.

    Cerco di evitare comunioni generalizzate di dolore e gioia, anche di fronte alla morte.
    Per quel che mi riguarda è morto Hitchens, io sono vivo e vegeto.
    Io non sono morto con lui. Non sono per i pietismi o i sentimentalismi.
    Comprendo forse il senso emotivo della tua frase finale, ma in questo contesto lo lascio al mondo della letteratura.
    Il passo seguente, a ritroso, è riconoscere che un tale 2012 anni fa venne crocifisso per redimere tutti dai peccati. (???). E alla sua resurrezione io magari, come tutti, sarei chiamato a partecipe colmo di gratitudine, se ora fossi un po' morto con Hitchens. :o)

    Sulla vita, penso che quella di Christopher Hitchens, in arte se stesso e rappresentante di se stesso, sia stata più utile all'affrancarsi di un autonomo pensiero umano (ovvero di ogni singolo uomo), di quella di Joseph Ratzinger, in arte Benedetto XVI, portavoce di Dio sulla terra. (dei pensieri di dio o del drago Elliott).

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  22. @sirio59.mm
    PARTE TRE

    Ovviamente sono i miei pensieri, espressi con pacata fermezza.
    E, non essendo un ateo, rispetto nella sfera personale ogni credente.
    Se però un credente vuole dialogare con me, resto in trepida attesa di un confronto sul piano della ragione, e non della fede. La fede, per un laico, è una opinione, rispettabilissima, ma un'opinione.
    In questo vale per me la frase di Hitchens.
    "Quello che può essere sostenuto senza portare delle prove può essere respinto senza portare delle prove."

    Sono davvero contento del tuo commento, perché in questi giorni fioccano i tributi a questo individuo.
    E mi inquieta sempre rischiare di far parte di un coro di Osanna.
    Detesto ogni assolutismo: anche di chi se ne serve per dare contro all'Assoluto.

    Se a fianco a me qualcuno dice di pensarla come me, io mi preoccupo, perché non sono mica certo che concordiamo su tutto.
    Se invece qualcuno dice di pensarla diversamente, io sono contento, perché nei punti di distinzione tra me e lui, c’è lo spiraglio di luce che aiuta a fare chiarezza nel confronto dei differenti punti di vista.

    Grazie ancora.
    Sono stato lungo, ma mi piace cercare di ridurre al minimo il rischio di incomprensione, su un tema spesso delicato come questo. Del rischio di differente opinione non mi curo affatto.
    :o)
    Un saluto cordiale, Signora della Laguna

    ps: non farti alcun problema a replicare, nel senso che io non sono qua per aumentare il numero di lettori del blog. Al contrario utilizzo il blog, quando scrivo post di questa natura, come strumento di confronto, con magari pochi lettori, ma dai buoni commenti discorsivi, con confronto di pareri.

    RispondiElimina
  23. Empatizziamo perfettamente sull' amore per il confronto: questo è fuor di dubbio, Cavaliere.
    Ho recepito perfettamente tutte le tue argomentazioni e non ho nulla da eccepire in merito, se non sulla teoria mimetica cui fai implicitamente cenno laddove trovi auspicabile e migliorativo l' esempio del pensatore libero da quello del falso profeta in terra.
    In sé, a volerlo scandagliare a fondo, un pensiero 'libero' ispirato ad un 'libero pensatore' è già un po' meno libero, mancando in parte dell' autonoma e personale forza creatrice. Ma ci ingorgheremmo in oziosi flutti che in quest' area pubblica rischierebbero di recar tedio e noia, alla faccia del "valore aggiunto" ;-)
    Sono molto lieta d' essere incappata sotto questo tuo fecondo elmo.
    Ciao, alla prossima.

    RispondiElimina
  24. @sirio59.mm
    Ecco, teniamoci stretti all'empatia, ed evitiamo di essere risucchiati dai gorghi dei mulinelli cavillosi, perché avrei da risponderti. :o)
    Ma è bello non intestardirsi su certe questioni.
    Scivoliamo via dove ci porta la corrente.

    In quanto all'area commenti del blog, la frequentazione è pubblica, ma la gestione dittatoriale. Per me è lo strumento per rapportarmi con chi legge il post.
    Non preoccuparti mai di tediare o annoiare chicchessia, all'infuori di me.
    Mi piace che ognuno si esprima nei modi e nei tempi che più sente congeniali per dare forma ai propri pensieri. Senza sentirsi in ansia per farlo in maniera "gradita" agli altri.

    Rinnovo il grazie per le tue parole, in attesa di una prossima gradita visita.
    A presto rileggerti.
    Ciao ;o)

    RispondiElimina
  25. driiiiin..........
    driiiiin..........

    :)

    RispondiElimina

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