mercoledì 22 febbraio 2012

Vedo nero, ed è un gran bel vedere!

“Voi sapete bene che c’e un solo pittore al mondo, e sono io.”
[Paul Cézanne]



Sono andato a vedere “Cézanne. Les ateliers du Midi” a Palazzo Reale.
Se mi gira mi documento un poco prima su ciò che andrò a vedere. Altrimenti, se sono in giornata, mi leggo i pannelli esplicativi nelle sale. Ma non necessariamente. I romanzi non hanno immagini che li spieghino, i quadri non dovrebbe aver bisogno della balia asciutta delle parole. Faccio fatica a ragionarci troppo. Preferisco tuffarmi nell'emozione dell’opera.
Sono invece curiosissimo delle didascalie, anno di realizzazione, titolo dell'opera, tecnica utilizzata. È un’informazione giocosa, mi piace scoprire se indovino il titolo guardando l’opera, oppure, al contrario, prefigurarmi l’opera le rare volte che lo sguardo cade prima sulla targhetta.
Per i testi esplicativi, invece, devo proprio essere d’umore favorevole. In ogni caso, una volta letti, mi spoglio subito del raziocinio e mi tuffo nelle tele, con le mie sensazioni messe a nudo. Almeno, così, con i pori scoperti, qualche emozione dovrei riuscire ad assorbirla.
Sempre a vivere con l’ansia di dover capire! Provassimo un poco a sentire! Ad amare, forse.

Stranamente, come non ricordo da tanti anni, alla mostra di Cézanne ero d’umore placido. Penso abbiano contribuito al miracolo un poco i testi scritti, freschi, interessanti e privi di arroganza cerebrale, sia le opere del pittore francese, con uno stilema di armonia talmente ben studiata nel bilanciamento dei colori da essere spacciabile per spontanea.

L’ho subito preso in simpatia, leggendo queste righe nella sala d’ingresso.

Basta guardare gli autoritratti per capire al volo il carattere di Cézanne: duro, testardo, determinato. Nel fisico e nel carattere, assomiglia al profilo della montagna di Sainte-Victoire, il suo panorama preferito: ostinatamente uguale a se stessa, immobile davanti al cambiare dei tempi e delle stagioni, eppure capace di cogliere le sottili variazioni della luce, di cogliere ragioni e geometrie, di misurare con calma ogni spazio.
Nella sua inscalfibile coerenza, Cézanne ha litigato con tutti: amici, letterati, pittori. Si è affacciato su Parigi, ma non l'ha amata, preferendo uno stretto e sobrio circuito di luoghi familiari; ai sigari ostentati dagli impressionisti preferisce la pazienza della pipa, ai balli popolari una partita a carte nel bar del paese, ai locali di Montmartre e ai parchi lungo la Senna una semplice casa di campagna immersa nella natura.
In questa sua rocciosa solitudine fuori moda, Cézanne è certamente il più grande e consapevole pittore della sua generazione.
Ha capito tutto: la luce e il colore, la forma e il disegno, la prospettiva e la libertà. Ha colto al volo il limite dell'Impressionismo, la parabola discendente di un movimento che si stava specchiando in se stesso, rischiando di non trovare sbocchi e sviluppi; ha restituito un senso profondo alla “storia dell'arte”, recuperando temi, maestri e composizioni che troppo frettolosamente venivano ritenuti sorpassati; ha anticipato in modo clamoroso i movimenti d'avanguardia del primo Novecento con dichiarazioni secche e folgoranti, ma soprattutto con quadri di una modernità sconcertante.
In una vita inquadrata entro l'agiata borghesia di provincia, Cézanne costruisce praticamente da solo l'arte del XX secolo. La sua è un'intelligenza superiore, nel senso della capacità di comprendere le regole dell'arte, di smontarle una per una e di rimontarle in modo nuovo, straordinariamente efficace.
Lontano dai riflettori della Ville Lumière, e solo marginalmente lambito dall'attenzione dei critici, Cézanne mantiene il profilo di un “artigiano” della pittura. Solo dopo la sua morte, quando gli viene tributata una mostra retrospettiva, giovani pittori come Picasso e Matisse capiscono il debito nei confronti di un grande maestro, anzi, nei confronti di un “classico” che dà un senso nuovo all'intero corso dell'arte moderna.

D’accordo, letto, assorbito: il colore di sfondo caratteriale l’abbiamo dato. Ora però chiudere i cervelli e aprire i recettori sensoriali. Via! Così inizio a girare per le stanze, non sto a elencare i suoi quadri, uno più bello dell’altro. Ogni tanto prendo una boccata d’aria cerebrale leggendo il pannellone della nuova sala, poi torno a immergermi in apnea tra le tele coralline del maestro di Aix-en-Provence.
Evito accuratamente i mostri che si aggirano tra questi coralli d’arte pittorica: le guide museali!
Possono uccidere te, le tue emozioni, il pittore e il suo sforzo creativo; sono in grado di fare un massacro con una sola frase.

Torno in superficie e leggo: Il 15 ottobre Cézanne viene sorpreso da un temporale mentre sta dipingendo all'aria aperta. Vittima di una congestione, morirà dopo una settimana di agonia, il 22 ottobre.
Mi rituffo mogio mogio, sto come Nemo a far le bollicine dalla bocca spalancata con gli occhi strabuzzati davanti alla montagna Sainte-Victoire, un poco triste alla notizia della tragica morte di Cézanne.
E sarei stato lì ancora per mezzora, reverenziale e grato.
Se non fosse che ero talmente rapito dalla visione, da non accorgermi dell’approssimarsi di una guida con codazzo parassitario di branco pullminifero di pensionati della Val Brembana.
Mentre ancora guardo il testamento artistico di Paul, una montagna di panna montata, decorata a spuma di nuvole viola e chiazzata a sprazzi di limone, assisto impotente allo scempio.
Testimone oculare e uditivo.
“Ed eccoci di fronte a un’altra opera di Cézanne. Cercate di cogliere la magnifica prospettiva (what’s prospettiva?! non vedi che è una torta!) dei tagli obliqui (tagli obliqui…) che il maestro ha saputo dare a quest’opera; immaginate di sezionare (naaaa!!! non sezionarla nooooo!!! troia fottuta, noooo! come puoi sezionare un tuttuno?! qua nemmeno un apostrofo osa! e osi tu?!) la linea degli alberi nell’intersecarsi col piano dell’orizzonte. Quest’opera è anche importante perché (perché? dai, dammi una ragione per vivere, perché?) fu forse proprio mentre la dipingeva che Cézanne ci lasciò le penne.”

Buahhhh buaaaah. Ha proprio detto Ci lasciò le penne. Sigh, sob! No, per pietà, no! Morte prendimi! Non potete mettere una così a spennare Cézanne dopo avergli spaccato (pardon, sezionato) il quadro in testa!
Ho bestemmiato dentro di me digrignando i denti; e mi sono allontanato. Se avessi avuto un pennello in mano le avrei restituito la cortesia, conficcandoglielo nel cuore.
“Ammirate, ve ne prego, gentile comitiva da avicoltura, ammirate il fiotto rosso pulsante e schiumeggiante, guardate con quale maestria Kisciotte abbia saputo rendere questa allegoria del caldo flusso della vita che, nel suo fluire, si fa rappreso tepore che ratto s’apprende, fino ad ammutolire su un volto pallido e boccheggiante. Come dice signora? No, non è omicidio, è soltanto l’arte che incontra la vita. Alle volte capita, cari transumanti bisognosi di capire l’arte! Capita anche alla vita di lasciarci le penne quando incontra l’arte! Non è sempre il contrario. Non vincono sempre le stracazzo di fottute guide museali.”

Ah, desisto dal mettere un’immagine della montagna Sainte-Victoire. Non ne ho trovata una che rendesse l’idea della bellezza dell’opera. Ma su google trovate tantissime varianti realizzate da Cézanne.
Invece vi faccio vedere questa, che rende abbastanza l’originale, nonostante manchino dei magnifici riflessi dal vivo che rendono luminoso quello sfondo nero. Sono stato svariati minuti a contemplarla in silenzio, senza guide intorno che mi sbucciassero le pere.
È il quadro che più mi è piaciuto; il che è strano perché le nature morte raramente mi entusiasmano.
Ma non c’è troppo da ragionarci.
Sarà stato il nero.

K.

ps: ecco un altro post realizzato intorno alla mostra di Cézanne: "Grande pino e terre rosse".

20 commenti:

  1. Finalmente metti una canzone...prima bluf poi chi cazzo parte zucchero !E' una persecuzione ultimamente mio marito fa andare solo i sui cd ho resistito 1 minuto ed ho stoppato.
    Per il resto sembra che viviamo e sentiamo la pittura allo stesso modo almeno per me è :silenzio, osservazione, immaginazione, ragionamento...e solo dopo questo mi permetto di leggere cosa rappresenta e il messaggio dell'artista. Alla fine però non mi importa neanche più di quello, per è è importante ciò che ho sentito io.
    Non amo le nature morte in un cesto di frutta o in una zuccheriera non riesco proprio ad entrarci. Adoro i volti i colori vibranti e passionali di Caravaggio, Cézanne mi sa di scondito, la sua ricerca di colore un po troppo esasperato fa risuonare irreali le scene , che ci posso fare non riesco ad entrarci in quei paesaggi.
    Sei cattivello con le guide, non sono tutte come le descrivi tu dai! Hai incontrato quella sbagliata , ma capita ovunque! Per esempio qui hai incontrato me che prima ti prendeva in giro per i tuoi commenti chilometrici ed ora sta facendo la stessa cosa! :) ciao

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    1. Ahahahah! Caschi male allora. A me Zucchero piace; praticamente le so tutte a memoria.
      Beh, sì, non è facile star dentro un cesto o una zuccheriera, anche mettendoci tanta buona volontà, spesso resta incastrato il sedere.
      Guarda, "questo" Cézanne mi è piaciuto molto, probabilmente anche perché la mostra propone la sua produzione più naturalistica, di paesaggio, quindi è il Cézanne perfetto per arruffianarsi la mia simpatia, visto che mi piacciono molto i soggetti paesaggistici.
      Nemmeno nei paesaggi riesci a entrarci?! Allora non è solo una questione di fondoschiena che si incastra. Bisogna metterti assolutamente a dieta!
      Non sono mai cattivello con le guide più di quanto loro lo siano con i miei timpani. E poi sono pirlotta più che altro.
      Lascio per ultimo il meglio, il Divino. Al cospetto di Caravaggio è difficile reggere il confronto. Pensa che di fronte alla natura morta che ho linkata, ho proprio pensato "Se non ci fosse stato Caravaggio, tu non esiteresti bella mia!" Perché dal vivo vedi proprio una luce che riempie il nero, un taglio particolare.
      Ti linko questo divertente e acculturante video di "passione caravaggesca"di Fulvio Abbate.
      Se vuoi cerca di vedere tutto il cofanetto sul corso di cultura sentimentale. Magari un giorno facciamo una colletta e lo regaliamo a Kisciotta e Lillino per il loro sposalizio ;)
      Ciao Lillina prolissa.

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    2. Zucchero, le so a memoria anche io oramai..:(
      Il mio culo non è grosso, nè sono così tanto bisognosa di dieta, come si permette?
      Il taglio della luce più umano e poco divino ? Quella della luce che riempie il nero è un immagine quasi erotica per come la racconti!
      L'ultima parte del commento faccio allegramente finta di non averla capita . Costano tanto quei cofanetti, no perchè io avrei pensato ad un altro tipo di cofanetto regalo....magari facciamo entrambi ;)

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  2. Stupendo post... come sempre!

    Grazie mille per il commento, CIAO!!!

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  3. Uh! Anch'io, ieri mattina!
    magari ci siamo incrociati (jeans, borsa rossa, cappotto tra le mani, 178cm, capelli rossi...)
    e poi museo novecento
    Scarlet

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    1. hai copiato i cartelloni???
      Scarlet

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    2. Capelli pendant borsa! Wow! No, io sono andato sabato.
      Quella parte che ho riportato sono stato tentato di copiarla, ma per fortuna l'ho ritrovata nel sito della mostra, che ho linkato. ;)

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  4. Dire che detesto quelli che "spiegano" i quadri è troppo. Non è che li detesto, poverini, è che proprio non li ascolto. Mi rovinano tutto il gusto di immergermi senza difese dentro il quadro e lasciare che sia lui a fare di me ciò che vuole. Se stai a badare a quelli stai fresco. E negli impressionisti mi ci sono immersa così spesso e così a fondo che a volte mi chiedo se non sia ancora dentro qualche sfumatura d'acqua o qualche zuccheriera. A Caravaggio mi inchino con deferenza, ma con Cézanne mi capisco al volo con totalissima empatia.

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    1. Bello immergersi senza difese e lasciarsi sommergere :)
      Nella selezione di opere di questa mostra, pure io mi sono trovato come "a casa" emotivamente. Nei colori, nell'armonia, emanavano, come dire, una consapevolezza del proprio valore, senza finta modestia, ma senza arroganza. Io valgo, perché sono un quadro di Cézanne, Paul Cézanne. La mia sensibilità è stata messa a proprio agio, grazie a loro.
      Riguardo allo spiegare i quadri durante il goderli, beh, anche le volte che potrei averle gratis, rifiuto inorridito pure gli auricolari, con una repulsione manco mi stessero offrendo un nido di scorpioni da infilarmi nelle mutande.

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  5. Mi piace il tuo modo di viverti le mostre (e questa frase mi rendo conto che fa alquanto ridere ora che la leggo ahahah)
    Le guide museali non le sopporto nemmeno io, preferisco fare come fai tu.

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    1. Mi piace il tuo modo di ridere delle tue stesse frasi :D
      Vale la pena inquadrare il periodo, l'artista, studiarlo un poco prima, leggere i pannelli, ma porcaccia miseria quando si è davanti all'opera no! Basta parlare, apriamo il cuore e ascoltiamo che poesia ha da sussurrarci il quadro. Se gli stiamo simpatici magari qualcosa ci dirà! ;)

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  6. uffa però, potevi anche dirlo prima!
    Ora mi tocca tornare a milano.
    :P

    Ma ti hanno fatto vedere le opere così, tranquillamente, nemmeno un misero captcha da digitare prima di goderne?
    Pensa quanto sei fortunato! Lo sapevano quindi che sei umano...
    Noi no, dobbiamo provartelo ogni giorno.

    cezanne sectioned

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    1. eheheh! Non l'ho scritto perché il post era già lunghetto, ma te lo metto qua. "Dopo aver letto questo post, a Hombre toccherà tornare a Milano a ritirare un altro premio letterario. In pratica il suo successo come scrittore dipende dal mio andare alle mostre."
      Se mettessero il captcha per entrare alle mostre, io farei il critico d'arte di professione solo per il piacere di poterlo digitare.

      (ho promesso a MaiMaturo che terrò duro anche per lui)

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  7. dimenticavo, la zuccheriera è davvero strepitosa.
    quella di paul anka invece la prefirisco raccontata da iva zanicchi.

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    1. Anche tu sei uno zuccherino niente male, bel cauboi.
      Tua
      La Zuccheriera

      (Vedi di far buon viso, altrimenti scatta la seconda scelta e devi caricarti l'iva sul groppone... a proposito, si vede che siamo in periodo di blitz da fiamme gialle. Siamo partiti col nero e siamo arrivati a dichiarare l'iva, quasi senza accorgercene)

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  8. non lo sapevo che fosse morto così.
    molti di questi grandi artisti, e anche parecchi filosofi, affrontano morti molto particolari.
    non so perché, ma mi è tornato in mente gaudì investito dal tram.
    Mah!
    p.s. zucchero è inascoltabile.

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    1. Ah! E io, pur avendo viste tante sue case e monumenti a Barcellona, non sapevo della particolare morte di Gaudì.
      Grazie.
      ps: ufff!

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  9. Hai fatto bene.
    (Da quando ho scritto quel post su Cézanne, "Grande pino e terre rosse" è la chiave di ricerca più frequente nei miei referrer.)

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    1. Spero proprio tu abbia ragione. Magari restituisco un poco di dignità all'immagine del blog nei motori di ricerca. Da quando scrissi quel post a doppio senso "W la figa" la mia top ten delle keywords fa invidia a un sito porno.
      Mi immagino le reazioni quando atterrano su un post che parla di tutto tranne che di vagine.

      ps: dopo vado a cercare e leggere il post, che Cézanne mi incuriosisce ;)

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