domenica 22 aprile 2012

Onestà intellettuale

Venerdì sera mi è capitato di vedere un po’ di Zelig. Per un comico non è facile farmi ridere. Il mio cervello ha il vizio di anticipare di almeno tre fraseggi la battuta tanto attesa. Gli altri ridono e io sbadiglio. Alcuni anni fa, cedendo a ripetute insistenze, portai una ragazza a vedere una puntata dal vivo al PalaZelig di Sesto San Giovanni. Lei si divertì e io mi annoiai. È più forte di me.
Sempre in quel periodo, sfruttando due biglietti omaggio, andai con un amico a vedere il ritorno di Gaspare e Zuzzurro al teatro Ciak. Le battute erano tra il pietoso e l’insignificante. Si vede che la gente accumula tanto di quello stress durante il giorno, che ogni pretesto è buono per ridere. Il comico è soltanto un prestanome alla valvola di sfogo delle loro costipazioni emotive. Eravamo entrati gratuitamente, lo spettacolo in sé era costoso, ma nell’intervallo ci guardammo in faccia senza nemmeno parlarci, ci alzammo e ce ne andammo. Abbastanza schifati e allibiti dallo sbellicarsi circostante.
I comici professionisti mi deprimono, tranne alcune eccezioni. Mi deprimono a prescindere dal mio umore, sia che sia alto o basso. Non è colpa loro, nemmeno mia per la verità. Loro propongono un certo tipo di battute, io ho bisogno che si batta in un certo modo per sollecitarmi il gong. Sono fatto così. Magari può capitarmi di essere su un mezzo pubblico, farmi in testa tutto uno sketch guardando in faccia il tipo di fronte, e devo seviziarmi la guancia a morsi interni per non ridergli in faccia. Sono fatto così, tant’è.
Comunque, fortuna vuole che nel cambiare canale abbia beccato Zelig proprio quando sul palco entrava Gioele Dix, una delle poche sollazzanti eccezioni alla mia refrattarietà da umorismo banalotto.
Mi piace Gioele Dix nel personaggio dell’automobilista polemico con la faccia torva. Tendo più a ridere alle parole che alla mimica, sono più da umorismo di testa che di stomaco.
Gioele, con occhiali neri a specchio ha fatto una profonda disarmante considerazione su alcune segnaletiche stradali.
Riassumo all’incirca.
“Perché su alcuni cartelli c’è scritto È vietato, mentre su altri È severamente vietato?! Se è vietato è vietato e basta!”
E ancora: “Che significa avvisare dicendo Entro la tal ora e non oltre?! Se è entro non può essere oltre! Sarebbe come se io andassi dal benzinaio e gli dicessi di farmi il pieno. Ma non oltre!”
E ha continuato così, per alcuni buoni minuti di godibile umorismo, senza bisogno di tanti schiamazzi o effetti speciali costumustico-facciali.
A me ha fatto tornare in mente una perplessità che ho da tanto tempo, ogni volta che sento il notabile di turno affermare solenne: “Faccio appello alla tua onestà intellettuale!”
Che significa? Cos’è l’onestà intellettuale? Si può forse essere onesti nel cervello e disonesti nelle altre parti del corpo? Del tipo che ti sto taccheggiando ma il mio cervello non garantisce per l’onestà della mano sinistra (io sono mancino, ora lo sapete) che tiene in mano il tuo borsellino?
O sei onesto o sei disonesto, punto.
Un po’ di manicheismo categorico a volte non guasta.
Specialmente di questi tempi mi accontenterei di imbattermi in persone oneste. Senza bisogno di far firmare certificati ai loro intelletti.
Non sia mai che a firmarli sia una mano sinistra.

K.

17 commenti:

  1. Sì beh, far ridere è sempre stato difficile, ancor più oggi, ancor più le persone scafate, ancor più i mancini.
    A proposito, ma i mancini tengono il portafoglio nella tasca sinistra dei pantaloni?
    Mi ha fatto riflettere la tua analisi, a me non piace neppure giole dix, e mi sono chiesto quale comico vorrei che mi apparisse davanti per uno sketch.
    Devo ammettere che un po' ci ho pensato, ma alla fine ho avuto l'illuminazione: Corrado Guzzanti, ecco lui mi fa ridere, sorridere amaro e a volte pure spanciare.
    Una volta avrei detto Benigni.

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    1. Sì sì, anch'io Guzzanti, uno qualunque della famiglia, anche il padre che non è affatto da buttare. Gioele mi sa un po' di infrollito.

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    2. @Hombre
      Non lo so, io non lo tengo mai nella tasca dei pantaloni che poi me lo rubano.
      @tutti e due
      Corrado Guzzanti non so chi sia. Però mi piacciono molto questi due.
      E pure questo.
      Anche questa.
      Questo l'ho detto?
      Ma Guzzanti proprio no.

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  2. A me se Siani si sforzasse meno di far ridere mi piacerebbe pure, solo che a volte sembra abbia lui stesso una paresi da sorriso forzato. Su Guzzanti non mi pronuncio ovvero si bravissimo!!

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    1. Siani non so chi sia. Su Guzzanti siamo in tanti qua a non pronunciarci ;)

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  3. A me fa ridere il surreale. E i mancini.
    Tutti i mancini, ma soprattutto i mancini di mano e anche di piede, come me.

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    1. Ecco bravo, avevo dimenticato la parolina magica: il surreale. Sarà per questo che vado matto per i Simpson, nonno Abraham in testa.
      Eh sì, come darti torto sui mancini, detto da uno mancino di mano e pure di piede?! Quando giocavo a calcio al parco, il mio piede sinistro era noto ai più come - tienti forte - "il piede sinistro di Kisciotte"!

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  4. paolo guzzanti °
    corrado guzzanti ***
    sabina guzzanti *
    caterina guzzanti ****


    ora dai, piglia quelle fantastiche forbici mancine e taglia i càccia.

    fuuuufiiiiifuuuuuu

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    1. Mi devo documentare, non la conosco quella con quattro asterischi. Provvederò al più presto.

      Dacci un taglio ciku, tanto è fiato sprecato, seppur fischiettato.

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    2. (solo quijote poteva combattere contro i mulini a vento?)

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    3. Beh ma le battaglie eoliche di Quijote, se paragonate alle tue vane invettive contro i captcha, erano ad alta valenza scientifica.
      Se vuoi ti passo il numero del dottor Gillette, così fissi un appuntamento, per cercare di capire quale inconscio movente fa sì che tu sia così ostile verso i captcha.
      I captcha, poverini, non meritano tanto astio. Non ti senti cattiva? Non ti sfiora almeno un minimo senso di colpa?

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    4. no.

      anche perché una volta, come ti ben(e)dissi ai tempi, li trovavo carini e colorati. davano un tono. o, se vuoi, una tonalità.

      ora si sono evoluti in una specie grigio-nera tortuosa, malevola e illeggibile. e io son miope forte, nonché tendente all'anzianotto.

      so che la cosa non ti turba, che sei a casa tua ed è tuo diritto ma me ne fotto e continuo.
      lèvali!

      (o, al massimo, riporta quelli verdino-azzurrini)

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    5. ^_^ così mi piaci cazzo! Combattiva razza Friuli! Brava!
      Sono diventati neri perché sono molto sensibili. Sentono che intorno a loro c'è ingratitudine e ostilità: ne soffrono e si incupiscono.
      :'(

      (sfrutta l'opzione acustica)

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    6. sono il male e li combatteremo! a morte!

      (fai così. prova a inviarti un msg tu stesso. guarda cosa dobbiamo patire... povere creature...)

      (non so cosa diavolo scrivo 'ste castronerie a fare se poi nell'inviarle soffro. magari è l'ultimo messaggio, bu. addio)

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    7. Ho presente come sono fatti, ciku. Per fortuna leggo e commento blog che ancora combattono dalla parte dei giusti. Siamo in minoranza, perciò siam nel giusto.
      Mi hai anticipato una riflessione che stavo facendo in questi minuti: se ti costa fatica (e non ne dubito affatto, seriamente) digitarli, perché cavolo ti sei messa in modalità chat, santa donna?!
      Cogli nei captcha un'opportunità per temprare e cesellare la tua abilità di commentatrice: risparmia energie e fai pochi, sapidi commenti.
      Torna a essere la laconica, essenziale ciku di un tempo, che se scriveva due righe già era prolissa.
      Un abbraccio affettuoso, e non dire addio se il labiale del cuore sillaba un arrivederci a presto.

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  5. questo tizio non è male
    http://www.youtube.com/watch?v=I0KQ9BQM-Y8

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