mercoledì 3 agosto 2011

De scimmiottandum

“Ecco, ora esce il prossimo articolo di Chinaski. Vedrai che non lo critica nessuno perché lui è Chinaski, l’intellettuale sopra ogni critica!”

“Minchia, Faina, non sei più incazzosa, ormai hai perso lo smalto da quando hai aperto Surplus Killing!”

“Scrivi Qualcosa cazzo! Piantala di farti le pugnette nella Waiting Room.”

“ Mi hai rubato lo spunto per un articolo porca puttana! Avrei voluto parlarne io…”

“Cerex, cerca di usare un linguaggio più forbito per il tuo umorismo.”

 “Faina, smettila di scimmiottare e anche male Qualcosa del Genere.”

(…)

Per me è piacevole navigare nell’arcipelago e individuare alcuni felici approdi.

Come per le isolette, la prima volta di solito ti ci imbatti involontariamente.
Poi eserciti la volontà di tornarci, se le hai trovate amene.

Leggo spesso gustosi articoli – e dico grazie agli autori che gratuitamente li elargiscono – e altrettanto sapidi sono i commenti.

E davvero divertito e basito mi lasciano i rimbrotti di supposto plagio di altro autore, per stile o tematiche.

Delle tematiche, ironizzando e satireggiando, capita di ritrovarsi, tra persone dotate dello stesso quoziente intellettivo.
Se per disgrazia mi faccio un taglio profondo in un arto e incido un’arteria, io se riesco chiamo l’ambulanza e sicuramente prima cerco, in sfregio alla banalità, di legare forte un laccio a monte della lesione, per non morire dissanguato.

La mia originalità non è permalosa, e non se ne ha a male se altri soggetti si sono comportati e si comportano e si comporteranno in futuro in maniera tale e quale la mia.

Ma chi vuole a tutti i costi distinguersi per unicità geniale, anche per laurea in medicina alla memoria, si senta libero di comprimersi intorno alla coscia un trancio di fil di ferro arrugginito residuato di un cavallo di frisia del 15-18 e di chiamare un pony express con lo scooter, ordinando una quattro stagioni.

Purtroppo ci si deve rassegnare: anche i geni si ritrovano in luoghi comuni, geniali, per pochi, ma spesso condivisi. Anche gli dei dell'Olimpo sono in numero sufficiente per organizzare un torneo di calcetto. E qua si parla di blogger e non di divinità.

Capita anche che passi ogni tanto una vacca al pascolo, e osservi una colonia di esemplari di homo bloggerens.
Li osserva. ruminando e rimuginando i propri dozzinali pensieri da erbivoro “mangia erba e mai fumata mi raccomando” ed esclami: “Guarda quei macachi che si spulciano l’un l’altro!”

Brava vacca, tu continua a sventolare la tua primitiva coda scaccia tafani!
Noi ci spulciamo perché siamo consapevoli dell’esistenza delle pulci, dei pappataci, dei tafani, delle mosche, dei pidocchi; ce le spulciamo in vicendevole sostegno e un giorno creeremo un impero nel quale tu di giorno ci sarai bistecca e la notte ci sarai baldracca.

Tu slancia la coda a destra e a manca, senza sapere nemmeno cosa flagelli, ciecamente, oltre il tuo groppone.

Così, inevitabilmente, chiunque produca pensiero, che sia pittura o letteratura, arte o fotografia, blog o poesia, prosa o spinozata, inevitabilmente finisce con l’essere paragonabile a qualcun altro, con somma soddisfazione delle mandrie di idioti che a far le pulci agli altri non saranno mai buoni, ma a trovar difetti oziosi, sono maestri frustrati.

Cogito ergo scimmiotto (tamquam)!
Non è il fine migliore, ma è l’indizio di tentare un percorso.
Quel gibbone di Virgilio scimmiottò Omero, e poi arrivò Dante a cercopitecare il gibbone, e avanti così, fino a quel macaco di Shakespeare.

Ed io, umile scimpanzé, scimmiotto magari gli autori dei blog che qui non linko, essendo già al momento presenti nel blogroll a destra in homepage.

Se la Somma Creatività me ne avrà a male, pazienza, che ci posso fare!
Certo è che la Creatività sa riconoscere anche la genuina bontà del vituperato buon senso, quando dargli contro va oltre il nonsense, per incagliarsi defilati nelle secche dell'insensata quanto palese stupidità.

Capiterà, semplicemente e non banalmente, in conclusione, di incrociare le nostre liane d’inchiostro.

Magari scimmiottando su una mangrovia.

Certamente non muggendo lamenti privi di ogni pulce da spulciare.

Indifferenti a vacche nane che ruminano pulci (altrui).

K.

6 commenti:

  1. Concordo, esimio collega.
    L'originalità è un concetto relativo, che può esistere solo in presenza di un pubblico ignorante ( e, per questa volta, vorrei che questo aggettivo fosse letto non nella solita chiave negativa, vorrei che avesse in sé quasi un'ombra di rassegnazione, che per quanto mi sforzi, purtroppo, non potrò che saggiare una minima parte degli scritti dell'uomo).
    E se qualcuno mi viene a dire che questa frase è solo il riassunto di un post di Mesic (http://ilprezzemolofraidenti.blogspot.com/2011/06/ho-detto-tutto-ho-detto-un-cazzo.html), beh, che dire, ne sono onorato.
    Vuol dire che, forse, un briciolo di talento ce l'ho pure io, stronzi!

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  2. Ehi, sono il primo membro!
    Ciò fa di me una testa di cazzo?
    ( scusa il pessimo gioco di parole, ma era tempo che aspettavo di usarlo...)

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  3. Grazie altrettanto esimio... no, ciò fa di te il Mandingo di GFC... è solo che sei venuto troppo in fretta... l'ho messo da meno di un'ora, mi sto sbizzarrendo aggiungendo a tentativi questi tool d'aggregazione, boh, sperimento in libertà autodidattica, brancolando a caso nell'ignoranza informatica ("ignoranza" è da intendersi "ignoranza"). Il che non mi angoscia, almeno per ora.

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  4. L'Inferno dantesco ora sembra un villaggio vacanze, eh?

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  5. "Non ti curar di loro, ma guarda e passa": comincio a pensare si riferisse ai feed reader.

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