mercoledì 10 agosto 2011

Facebook e la Sindrome da SND

Se mi chiedessero quali fattori possono cambiarti radicalmente la vita, una delle più probabili risposte sarebbe: “Essere un blogger!”

Avere un blog obbliga inevitabilmente a mettersi al passo con le moderne tecnologie comunicative del flusso informativo digitale: social network, feed reader, applicazioni bridge, ecc.

Il blog costituisce uno stargate digitale: in men che non si dica ti ritrovi proiettato dall’era paleozoica delle chat su messenger e gtalk, alle galassie strutturate di pubblicazioni di post a cascata su piattaforme multiple.

Lo scenario si fa davvero fantascientifico, al punto che, alla notizia che ho un blog, con tanto pagina su facebook, twitter, tumblr, ecc. una delle più affermate Web Social Network Marketing Managar sulla piazza, mi rivolge la domanda:

“Kisciotte, ma tu che sei social da poco... secondo te Facebook può attrarre nuovi diffidenti ancora? o è saturo?”

Eccomi quindi a maneggiare un tema non da poco, e se posso farlo con disinvoltura è perché sono un blogger! Rispondo quindi nella estemporanea stanza delle letterine, alla cara Reginella, compagna di tante avventure jedi quando ancora eravamo giovani e nubili (ma queste sono faccende private, robe da Master, e il sadomaso è solo una delle tante sfaccettature).

“Cara Reginella, mi piace l’aggettivo “diffidenti” che utilizzi per descrivere quel trancio di fauna umana recalcitrante al social network per eccellenza. E forse sviscerando bene il “senso di diffidenza” arriviamo già alla pietra facebooksofale della faccenda.

Credo sia importante innanzitutto stabilire un comune vocabolario comunicativo.

La SND, acronimo di Social Network Distrust, sta ai manager di marketing digitale come la percentuale dei potenziali elettori indecisi sta ai leader dei movimenti politici.

Vincere la diffidenza può significare vincere le elezioni a scapito degli avversari.
Conquistare i Social Network Distrustfuls significa vincere sui competitor e piastrellare di “mi piace” il sentiero che conduce al Reame Fetta di Mercato.

La rapida premessa è che escludiamo subito tutta quella parte di popolazione aninformatica e disinformatica che non può nemmeno porsi la questione se accedere o meno ai social network, non facendo nemmeno uso di un pc.

Concentriamoci sul nostro segmento d’utenza.

E definiamo la SND.

Perché un individuo diffida dei social network?
A - Perché non ama relazionarsi in modalità digitale (l’unico rapporto sensoriale è rappresentato dai polpastrelli che digitano sui tasti… non esattamente come titillare dei capezzoli o abbrancare una natica)

B – Perché lo ritiene una perdita di tempo, da sottrarre ad altre attività emotivamente più coinvolgenti (giocare a pallone o crearsi un blog per scriverci che è emotivamente coinvolgente giocare a pallone alla faccia degli sfigati che giocano il polo a cavallo).

C – Perché l’individuo vive ai margini del flusso sociale della vita reale. Magari bazzica per molte ore al giorno su siti e live chat porno, magari apre un blog, magari entrambe le cose.

D – Perché è un sociopatico diffidente, ossessivo-compulsivo affetto da manie di persecuzione, e diffida terribilmente di dover compilare campi e condividere informazioni biografiche ed anagrafiche. (In pratica il mio identikit, debitamente completato da emarginazione e siti porno).

Non è questa la sede per trattare le varie tipologie di social network o i miei problemi psichici. Quindi atteniamoci alla richiesta della dolce Reginella e stiamo al tema specifico: Facebook.

La presentazione nelle info del mio profilo personale su facebook può chiarire molto bene (Reginella valla a leggere) la mia idea su facebook stesso: la frequentazione è dozzinale, volutamente di facile impiego per chiunque, per chi ha centinaia di amici ogni contenuto postato viene spazzato via immediatamente nella continua mareggiata di altre centinaia di post caricati nel frattempo da altri amici. Insomma, il risultato è, adattando un’espressione vinicola, un Sito Puttana: va con tutti ma nessuno ci si affeziona.

Ma a Reginella non interessano i motivi per non utilizzare facebook.
Reginella, con taglio professionale, vuole sapere come vincere la diffidenza di chi ancora non utilizza facebook; e il suo pane quotidiano sono le pagine personalizzate delle aziende clienti.

Beh, provo a mettere insieme le opinioni di due personaggi. il blogger italiano Kisciotte e l’antropologo americano Marvin Harris.

Marvin, nel suo consigliatissimo “Buono da mangiare” sostiene e argomenta la teoria che qualunque scelta dell’umanità (sia essa sociale, etica, economica, politica, religiosa) parte da un bisogno primario e irrinunciabile: nutrirsi per sopravvivere, mangiare per avere la pancia piena.
Perché il tuo dio, se sei morto per inedia, non lo puoi pregare.

Io la penso come lui, e credo che un modo per allettare i diffidenti a entrare su facebook sia offrire loro esclusivi e concreti richiami a reali appagamenti (sconti, promozioni, buoni pasto, scatole di pelati, salamelle, senza disdegnare altri generi di consumo non solo di pancia).

Questo permetterebbe tra l’altro di debellare la Sindrome da SND sia in soggetti che si relazionano col prossimo soltanto se hanno un fine pratico (segmentone!), sia in soggetti che vogliono tornare al mondo reale (sarebbe utile valutare partnership con i tanti siti di gruppi d’acquisto on line che stanno avendo comprensibile successo).

Io mi permetto di aggiungere la necessità di potersi “distinguere” nell’anonimato di facebook.
Pensando all’esperienza del blog, credo che bisognerebbe cercare di vincere la SND di quei soggetti che emotivamente non si sentono appagati da facebook, realizzando applicazioni per i clienti, miranti a creare una “personal empathy”.

Quindi, vinci la Sindrome da SND se:
-          Lanci un chiaro e vero messaggio che su facebook si trovano proposte di risparmio altrimenti non realizzabili o modalità di partecipazione a eventi esclusivi (nel mondo reale) o concorsi.
-           
-          Non costringi a “esporsi” troppo nel parlare di sé, dare informazioni o sentirsi in obbligo di dare risposte (tipico dei “diffidenti”, non credi?)
A tal riguardo ti consiglio la lettura di “Monetizzare i Social Network” di Stefan Des. Col tempo, i diffidenti imparano a fidarsi, ed ecco vinta la loro diffidenza.

-          Fai sentire “protagonista” (non aggiungo “ma non idiota”, perché di fatto le masse di facebook sono fondamentalmente idiote, ma hanno comunque una pseudosensibilità: se gli dai fuoco urlano) con applicazioni emotive e coinvolgenti i fan, così che si illudano fallacemente di contare di più nella loro esistenza patetica.

-          E sempre sul lato umano conta molto (anzi è la conditio sine qua non) stabilire a chi si affida la cura dei contenuti di testo, ovvero la relazione comunicativa "verbale"  real time con i fan, perché tutti nella vita abbiamo un bisogno disperato di venire ascoltati ed essere tenuti in seria considerazione, magari ricevendo tempestiva e significativa risposta ai nostri segnali d'esistenza. (dietro il più innocuo commento si può ascoltare un "toc! toc! ci sono anch'io! rispondetemi! fatemi credere che sono vivo!")

Riguardo alla saturazione, se sei arrivata a leggere fin qua, ti sarà chiaro che solo gli idioti usano la saturazione del tool come alibi. Mentre la Sana Follia è un Dilatatore Inesauribile.
Solo la stupidità riesce a saturarsi della propria sterilità.

Beh, io avrei finito, e pure io da addetto ai lavori, ti rivolgo una domanda, cara Regy:
“Come cazzo è che non sei ancora fan della mia pagina su facebook?!”
(come li rimpiazzo quei lettori che sono morti con la schiuma alla bocca mentre leggevano 'sto polpettone?!)

Guarda che io ci metto poco a vincere la tua diffidenza applicandoti una mazza da baseball in mezzo alle scapole! So dove abiti e vengo a saturarti di legnate!

Noi Blogger realizziamo applicazioni personalizzate, impattanti, che lasciano il segno.

Come un bacio sul naso.

K.

7 commenti:

  1. Quando affiancheranno al povero e solitario pulsante "Mi piace!" un altro che porti la dicitura "Mi fa schifo al cazzo!", scusa per il francese, allora ci farò un pensierino.

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  2. Vangelo, La Carta. Davvero Vangelo. Ecco, anche questa profonda considerazione avrei dovuto mettere nel post. Pensa, cara Reginella, che grande attrazione per un lettore non sentirsi solo trattato da ebete autistico che può solo stare muto o fare sì col capoccione! Pensa che bello se un fan potesse esprimere dissenso, magari motivandolo... la possibilità di esprimere critiche anche con punte polemiche sarebbe come il miele per i calabroni, visto che gli indignados spuntano ovunque come lumache dopo la pioggia. Mille volte preferibili delle placide, noiose vacche indù di fightclubiana memoria. Ringrazio da parte tua l'Ing. La Carta.

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  3. Corrispondo fedelmente al profilo C e D. Sono bipolare, lo so.
    Non credo mi iscriverò mai su facebook con un profilo reale, anche perchè faccio già fatica a gestire quello che ho sotto il nome di Silvio Berlusconi.
    Invero, devo ammettere, che il tastino caldeggiado dall'Ing. La Carta potrebbe farmi vacillare.

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  4. Siccome l'unico ingegnere che ho avuto modo di conoscere nella mia, seppur breve, vita è "L'Ing. Cane", non so se il tuo è un insulto o meno...

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  5. Beh, credo che essere paragonati all'Ingegner Cane sia un punto d'arrivo per molti, per me sicuramente.
    In ogni caso più che un afflato scherzoso, prevaleva in me un senso di sincera, deferente gratitudine, in toni di umoristica ma viscerale ammirazione, Vostra Eminenza.
    Inoltre se volessi offendere qualcuno so far uso opportuno di ironia e sarcasmo o assertive esternazioni neutre; e mai mi permetterei di offendere un lettore del blog, a meno che me ne dia motivo.
    Al contrario, caro Avvocato, ribadisco il valore del suo commento, che reputo parte integrativa e arricchente del post, tra l'altro con esso apprezzato dalla destinataria.
    Santità, la saluto cordialmente.
    Un apostolo!
    ciao :D
    http://www.youtube.com/watch?v=wN6K-3bfpqw

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  6. E sappiamo tutti come andò a finire quella volta:
    http://www.youtube.com/watch?v=WRtgUQmQKu0

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  7. "triplo filotto reale ritornato con pallino" è un faro imperituro per ogni anelito di riscatto; roba da far impallidire William Wallace

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