lunedì 16 gennaio 2012

In fila per due col resto di ziole

Io bestemmio.
Nomino invano il nome di Dio, guarnendolo di attributi zoomorfi.
Ogni tanto mi capita.
Mi capita di essere scurrile, ignorante e maleducato; e non ne vado fiero.
Essendo sbattezzato, quindi fuori dal culto della Chiesa cattolica, non ne faccio una questione né religiosa né etica.
Addirittura, in un’analisi di coscienza semantica delle parole, per me la locuzione “bestemmiare pronunciando il nome di dio invano” non ha alcun significato, non soltanto morale, ma nemmeno filologico.

È piuttosto un fatto di buon gusto, di relazionarsi con gli altri evitando di compiacersi nel rendersi sgradevoli. Considero la bestemmia alla stregua di qualsiasi altra volgarità verbale; né più né meno.
Se bestemmio, se dico vaffanculo ogni volta che mi esprimo, non mi preoccupo della blasfemia o del giudizio morale.
Mi terrorizza un’altra idea: risultare noioso.
E il cattivo gusto, solitamente, annoia. Come la banalità.

Siccome non penso di ledere o urtare nessuna divinità vendicativa, posso accennare le bestemmie che più facilmente mi sfuggono di bocca: porco dio, dio cane, dio bestia… direi che non occorra proseguire, per un fatto di buon gusto lascio tranquilla la madonna e tutti gli angeli in colonna.

Non ho scritto queste bestemmie per fare il supponente, il brillante o lo sprezzante.
Niente di tutto ciò.
Secondo me l’atto di “bestemmiare” è indice di stupidità, di volgarità e anche di ignoranza.
Avere costantemente bisogno di parolacce per esprimersi nel parlato di tutti i giorni denota, come minimo, scarsa istruzione, carente educazione, poca intelligenza.
A esprimersi con termini scurrili è capace qualunque idiota. Ci riesco pure io.
Per giunta, prendersela con uno sconosciuto signor Dio, che forse nemmeno esiste, è da sfigati. Se poi quell’Estraneo esistesse davvero, indisporlo sarebbe davvero da coglioni.

La bestemmia, rispetto alla parolaccia, è aggravata dalla mancanza di riguardo verso la sensibilità religiosa di chi è credente e forse anche praticante un determinato culto. Culto dal quale io mi sono dissociato, ma ciò non fa di me un individuo “superiore”. Anzi, la bestemmia mi confermerebbe un individuo “inferiore”, intellettualmente e culturalmente.

Eppure continuo a essere un poco ignorante, un poco stupido, un poco maleducato, un poco sguaiato.
Che ci posso fare?! Raramente, ma capita che una bestemmia mi scappi.
Beninteso, non mi affliggo più di tanto per questo; anzi, a volte la bestemmia non mi preoccupo proprio di trattenerla. Sempre meglio sbraitare al vento che somatizzare al fegato.
Non me ne vanto, ma un bel “porco dio”, una tantum, può essere terapeutico.
Inoltre il linguaggio sboccato può essere un strumento tecnico letterario, un'espediente artistico, per “insaporire” un poco l’espressività, orale o scritta; magari con intenti umoristici, condivisibili o meno.
L’abilità, come con le spezie, sta nel non abusarne, altrimenti il gusto si guasta (oppure no?).
Qua sul blog mi capita di bestemmiare intenzionalmente, senza alibi d’umoralità istintiva; soltanto a un pazzo mancherebbe la lucidità di sapere cosa digita e cosa si appresta a pubblicare.
Non smetterò certo di farlo (di “fare il personaggio che bestemmia” intendo).

Nel dialogo quotidiano invece, per me un “porco dio” è grave quanto un “figlio di puttana”, né più né meno: una triste prova di volgarità, non di coraggio, ma nemmeno di eresia da condanna morale.

Mi capita di scusarmi – anche per non intavolare “insostenibili” confronti filologico-teologici con chi si scandalizza per la mia bestemmia.
Soprattutto mi scuso, prontamente e sinceramente, con quelle persone che mi sono esempio di buon gusto, sapendosi esprimere in un linguaggio pulito, educato, ricco di vocaboli, senza usare il cazzo e la figa al posto della virgola e del punto.
Con loro mi scuso per la mia ignoranza e maleducazione, per aver urtato e annoiato i loro timpani con le mie imprecazioni.
Mi scuso per aver annoiato la loro estetica.

Però!
Però mi incazzo e divento un cicinino antipatico quando arriva il “credente” di turno a tirarmi le orecchie, rimbrottandomi perché bestemmio, quando egli quotidianamente, molto più di me, è tutto un “porco ziole”, “porco due”, “zio cane”, “zio boia”, “zio porco”.

Definizione dell’elenco appena digitato:
Espediente per bestemmiare utilizzato da chi, oltre che bestemmiatore, è anche troppo ipocrita per ammettere di esserlo, e troppo codardo per affermarlo chiaramente. A meno che non abbia per parente un labrador o un alano, oppure che il parente in questione, per quanto antropomorfo, non abbia un comportamento talmente riprovevole da renderlo equiparabile al miglior amico dell'uomo . La terza eventualità, mancando la quale si ricade nell'ipocrisia iniziale, è che lo zio abbia origini mongole e discenda in linea diretta da Gengis. Lo stesso zio - oltretutto sessualmente depravato - esercita, evidentemente in clandestinità, al soldo della malavita o in qualche nazione estera dove è prevista la pena di morte, la nobile professione del carnefice.

Ecco.
Da questi “baciapile sfigati alla porco due” non mi lascio dire “Potresti non bestemmiare?!”
A certi brillantoni glielo scandisco in faccia il porco iddio dell’iddio porco!
Quando bestemmio, bestemmio.
Se qualcuno preferisce il culto di un venerabile parente boia incappucciato, faccia pure.
Io sono un romanticone, mi piace il genere classico, e mi trovo meglio con Anubi.
Non sono bigotto; sono scurrile, ignorante, maleducato, stupido, ma non bigotto.
Allora anche la bestemmia può rivelarsi un utile esercizio per tenersi allenati contro l’ipocrisia.

Mi metto a correggerli, e li sbeffeggio, scandendo bene le sillabe.
“Intendevi dire porco dio vero? O a scuola andavi così male che ti è rimasto uno psicotrauma irrisolto col numero due? Davvero la maestra ti dava due nel tema in classe? Lasciami indovinare! Faceva Ziole di cognome, vero, la troia fottuta? Che zoccola, dio cane!”

Insomma, prima risolvi i problemi con tuo zio (che se fa il boia e gira con l'uccello fuori, dovresti pure denunciarlo).
Poi, se vuoi, parliamo di dio.
E di cotechini.

K.

ps: un pensierino per il signor La Carta

12 commenti:

  1. chissà cosa sognerò, ora, dopo aver letto cotanto pezzo. vivo nella regione che sta come minimo nella top 3 in quanto a quantità di bestemmie pro capite pronunciate ogni giorno. non son credente ma ho una cultura cattolica sulle spalle che mi fa tremare e cercare lo sguardo di mia nonna morta da anni non appena sento un mio fratello dire un ludro o un cane. e hai ragione, non è bello neanche imprecare però, porcapputtana, a farlo ogni tanto si sta così bene.

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    1. Beh, in Friuli sono nati i miei genitori, e si usano i porconi anche per condire la polenta. Io scommetto il primo posto vincente e non piazzato tra i primi tre. E comunque, sì, diffidiamo da chi non si lascia mai scappare nemmeno una parolaccia. Eccheccazzo!

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  2. Che frase hai pronunciato all'errore di Ignazio Abate?

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    1. Busta A
      Beh, solo chi non lavora non sbaglia, può capitare anche ai migliori di valutare in maniera errata il timing d'intervento su un pallone, impattandolo di volée di piatto, per quanto abbastanza improponibile. Non mi pare il caso di colpevolizzare oltre il dovuto un giocatore che è indubbiamente bravo visto che è nel giro di una Nazionale che trasuda talento (basti pensare quanti juventini vi giocano), e poco importa se il suo errore si è rivelato determinante per far perdere alla propria squadra la stracittadina.

      Busta B
      Dio porco, ronzino di merda! Glieli fai vincere tutti tu i derby, con i tuoi assist di testa da cranioleso del cazzo! Stasera ci mancava la perla del demente: intervento di piattone con mazza 4 da golf. Su per il culo devono piantartela quella gamba, almeno torna utile a qualcosa, merda! Uno che arriva dal sollevamento pesi è meno scoordinato, deficiente dei miei coglioni! Puntatelo verso Vladivostok e liberatelo, che vadano a morire in Siberia lui e il suo fottuto meccanismo aerobico-anaerobico misto da atletica leggera e piedi quadrati.

      Busta C
      Ammazzati!

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  3. ma tutta questa solfa, per dirci che hai bestemmiato tutta la serata, per via del derby?

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    1. No, tutta questa solfa per dire che quando un pistola che corre come uno struzzo finché non gli va un embolo al cervello ti fa perdere il derby, io non dico "Oh poffarbacco, porca paletta!"
      Io dico [vedi risposta al signor Conte].

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  4. Grande!

    Grazie mille per il commento, CIAO!!!

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  5. Riassumendo dici che quando ci vuole ci vuole? Ahahahhaah

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    1. Grrrrrr!!! Tu ci stai prendendo gusto con le tue incursioni di guerriglia da sintetismo zen! Stai attenta, veh!
      Come ti permetti a bucarmi con l'ago la mongolfiera?!?!
      Dispettosa!
      :oD

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  6. Ebbene si io bestemmio e di brutto, bestemmio a nastro, quando sono incazzato, sparando bestemmie concatenate senza soluzione di continuità anche per svariati minuti, facendo trasecolare ogni benpensante perbenista di sta minchiazza.
    Bestemmio, pur essendo ateo, perchè so che voi non lo siete, perchè so che così saprete che sono un po' o anche parecchio più incazzato che se dicessi porca miseria.
    Perchè so che l'italiano medio, perbenista e baciapile, bigotto, molto più gli atei ( non liberi ) che non i credenti, si scandalizza, cerca la solita frase di circostanza: "io non credo ma rispetto i credenti".
    Bravo mi fa piacere, io non credo, non rispetto i credenti perchè non rispetto uno che crede alle favole per poppanti e non mi frega una beata sega di rispettarlo.
    Perchè?
    Perchè posso, semplice.
    Perchè posso fottermene altamente di tutti i babbei che credono in dio, nella madonna, a gesù cristo e in tutte ste panzane per babbei appunto, perchè sono politicamente scorrettissimo e non me ne fotte una beata minchiazza di quello che la gente pensa se bestemmio e non chiuderò questa risposta con una bestemmia perchè sarebbe troppo banale, sarebbe troppo esagerato illuminare le misere teste bigotte con qualche sperticato improperio a VOSTRO invisibilissimo, impalpabilissimo, introvabilissimo signore.
    Chameleon

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