sabato 15 ottobre 2011

L'Estetica della Parola

Non sono male fisicamente, le escort berlusconiane che concedono interviste.
Vestono abiti costosi, impeccabili nel maquillage, ben impostate nei sorrisi abbronzati.
C’è tanta estetica davanti alle telecamere. Su tutti i canali.
Eppure c’è sempre meno estetica nella vita.
Come si spiega?

Non si sentono parolacce nelle parole di Cicchitto, di Gasparri, di Cota.
Anche Bersani, Penati, D’Alema, sono molto eleganti e compìti nell’esprimersi.
Eppure c’è sempre meno estetica nella politica.
Come mai, porca paletta (e dico porca paletta!), chissà come mai?

Perché l’estetica è stata avvilita a carta regalo: fuori un bell’involucro e dentro… il pacco!
La bellezza si è fatta pura forma esteriore, prendendo il sopravvento sulla sostanza.
C’è solo spessore di cerone nei sorrisi plastificati del premier, come c’è poco di credibile in quelli flemmatici dei protagonisti di sinistra.

Se davvero prevalesse, l’Estetica, quella vera, schiferebbe la finta concretezza di maniche di camicia rimboccate nei manifesti elettorali.
L’Estetica della Concretezza rifiuta l’aria fritta, da qualunque parte arrivi il sentore di discorsi untuosi.
L’Estetica, penso io, è prima di tutto un luogo della mente, un luogo dell’anima. E del cuore.

E non c’è nulla di astratto in questo, perché le idee da lì scaturiscono, ma assumono valore soltanto quando si battono (vanno alla pugna!) sporcandosi di vita reale.
Allora cominceremmo a ridare peso e dignità alle parole.

Guardare in faccia un puttaniere e chiamarlo puttaniere, fissare negli occhi un tangentista e chiamarlo ladro e traditore della nostra fiducia, rifiutare la mano e il saluto a chi si ritiene indegno dell’Estetica delle persone per bene. Questa io la chiamo Bellezza.

L’Estetica delle persone per bene. Che parlano come mangiano. Che pensano come vivono.
Sarebbe davvero utile restituire l’Estetica alla Parola, orale e scritta.

Si contano sulle punta delle dita di una mano i giornalisti – i professionisti della parola fatta cronaca -  con il coraggio e la dignità di farlo.

L’Estetica del Coraggio delle proprie parole e delle proprie azioni, è forse l’unico antidoto sia ai luridi galatei dei Bunga Bunga, sia ai vigliacchi e facili estetismi della violenza, a tinte black bloc, dei rivoluzionari in passamontagna in una repubblica democratica.

Io voglio l’Estetica del sapersi assumere la Responsabilità delle proprie parole.
In ogni momento della giornata. Non solo in politica. Perché ogni nostro comportamento quotidiano è fare politica, in quanto abitanti di una Polis chiamata Italia.

Occorre avere coraggio. E il volto scoperto.

Chiamare le cose con il loro nome è un gesto rivoluzionario diceva Rosa Luxemburg.

Questa sarebbe vera rivoluzione sociale. Altrimenti restano soltanto parole al vento.

Per quanto "indignate".

Lasciano il tempo (e le brutture) che trovano.

K.

22 commenti:

  1. Concordo in tutto. Anche nel "porca paletta".
    Fino a qualche tempo fa il contenente prevaleva sul contenuto, ora la sostanza è scomparsa ed è rimasta solo la forma, vuota.
    Questa è l'epoca delle mille tonalità di grigi; il bianco e il nero sono scomparsi.
    Parlare chiaro e forte è diventato fondamentale.

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  2. @MM: ti riporto alcune righe che ora copio da "Consigli a un giovane ribelle" di Christopher Hitchens, un giornalista d'inchiesta inglese, il cui saggio, di un centinaio di pagine, è davvero delizioso e denso di concretezza vissuta.

    "Ti hanno sicuramente insegnato che la verità non sta in un estremo o nell'altro, ma 'da qualche parte nel mezzo'. Avrai anche sentito il buon vecchio luogo comune, sempre pronto per l'uso, che le cose non sono né bianche né nere, ma grigie in diversa gradazione.
    (...)
    La verità non può mentire, ma se lo facesse, starebbe nel mezzo. Su alcune gravi questioni, non ci si può venire incontro a metà strada; non si può cercare una sintesi tra vero e falso; il sole non sorge un giorno a oriente e un giorno a occidente."

    Spero di averti incuriosito... ;)

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  3. riporto una piccolissima parte di un discorso dello scrittore (personaggio inventato) tratto dal libro di Sorretino " Hanno tutti ragione: Gege' Raja: «Roma, e dunque l' Italia, si è ridotta a un neologismo: figo. Tutto è figo o non è figo. Un' anoressia della parola. Una stitichezza della sensazione... Uno dovrebbe andare in analisi e dire: dottore, ci ho la depressione. Linguistica, però. E quello ti risponde: figo. Vabbuò, allora bisogna cambiare analista»...
    personalmente penso che più di un' estetica della parola ci sia bisogno di un estetica dell' azione :)

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  4. @S.: grazie dello stralcio: "figo! sei una grandissima!" :D

    Più che personalmente... Tandemente, ovvero in tandem! Siamo in due.

    Ovvio che serva l'azione, perché le cosiddette "belle parole" se restano solo delle idee astratte vanno bene solo nello spazio vuoto, dove restano sterili e inutili.
    E sono brutte, non belle.

    Quando parlo di "Estetica della Parola" ho proprio in mente la tua considerazione finale: le parole sono belle quando si comincia a dire ciò che si pensa, non si scende a compromessi e INEVITABILMENTE certe parole conducono ai fatti, all'azione (non alla violenza) e inchiodano gli interlocutori alle loro stesse affermazioni.

    E per agire con efficacia occorrono idee e argomenti validi.

    Altrimenti si passa dall'aria fritta al lancio delle molotov. Da gente specializzata a parlare e basta a gente specializzata ad agire, anche senza ragionare.

    Invece, a mio parere, si parte col pensare chiaramente, si passa al parlare chiaramente, ne consegue un agire chiaramente, senza ambiguità o omertà.

    Pensiero, parola e azione devono diventare un'unica persona, altrimenti sono soltanto Estetismi. Non Estetica.

    (la mia solita prolissità per dire semplicemente: sono d'accordo con te ;)

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  5. oh ma io preferisco che tu mi abbia " spiegato" tutto perché la trovo una " figata"

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  6. @S.: Rassegniamoci all'evidenza! Siamo due fighi! :D

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  7. Io quando vado su queste riflessioni ripenso sempre al mio vecchio. Le cose che mi ha insegnato lui con l'Estetica di un gesto, con l'Estetica dell'esempio mi hanno permeato più di mille vuote parole.
    Un bambino lo sa, non so come ma lo sa sempre se un genitore gli vuole passare un concetto vero, perché ci crede anche lui e perché lo mette in atto, o se tenta di passargli l'aria fritta delle parole che magari ritiene di dire ma nelle quali non crede. Un bambino lo sa, lo capisce in maniera innata.
    Noi, purtroppo troppo spesso, abbiamo perso non solo questa capacità, ma pure la consapevolezza che possa essere così. E chi trasmette dai tubi catodici, o dalle parabole, lo sa e non deve fare neppure troppa fatica per approfittarne.
    Lo so, mi sto kisciottizzando (alludo alla verbosità del commento), e voglio credere che sia un bene.

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  8. @Hombre: a me piaci kisciottesco (e alludo solo alla verbosità del commento, che per il resto in me vedo ben poco di spendibile).

    E' proprio così, del resto da alcuni tuoi post (vedi l'istrice) si coglie molto bene.
    Le parole sono belle solo se a predicarle e chi le sa razzolare.
    E i bambini (non ho figli ma per mia fortuna ho lavorato per anni ogni giorno con i bambini) sono veri animaletti.
    Fiutano subito l'aria fritta e la menzogna.
    Noi o abbiamo perso l'olfatto o, peggio, ci rassegniamo a turarci il naso.
    (il tuo commento è più lungo del mio... sto creando un mostro! Lunedì stampo questo "evento" e poi faccio windows L ed esco esultando come Rocky)

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  9. sì ma quale Rocky? Il primo? Allora è meglio se esulti tipo Apollo, e forse ancora meglio come Atollo ;) e qui metterei il link al tuo post atollico, ma ho fretta e devo andare dal vinaino, sono rimasto senza nettare d'uva, pig palett, e non vorrei trovarmi alla cena del sabato con l'acqua e via.

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  10. @Hombre: non sia mai acqua e via, sennò fai la ruggine.
    Ho in mente proprio il primo Rocky invece: le esultanze sul ring sotto i riflettori mi hanno sempre impaurito.
    A me piace esultare in cima a una scalinata dopo aver corso in mezzo al mercato, bello randagio.
    Pur sapendo che alla fine ne esco pesto. Fa parte anche del contratto del mio nick.

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  11. Io me lo spiego così: l'estetica è etica.
    (scusi la concisione, è solo per bilanciare... ehm)

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  12. @la donna camèl: ciao, ben trovata :)

    Sintesi al bacio! Perfetta!

    Bellezza ed Etica, per me, sono tali solo se hanno rispetto della loro mamma, che si chiama Verità (non certo "rivelata")
    La Verità è Bellezza
    La Verità è Etica

    Grazie

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  13. Secondo me perché la vita comune quasi mai prevede le telecamere.

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  14. @Matteo: ciao, anche secondo me.

    Sotto gli occhi di molta gente bisognerebbe essere spinti a parole più pulite e non soltanto più fotogeniche.
    Purtroppo, ci si preoccupa solo di incipriarle insieme alla faccia prima di andare in onda.

    In effetti la tua considerazione mi fa riflettere che le telecamere, che dovrebbero essere un mezzo per "responsabilizzare e inchiodare alle proprie affermazioni", sono ormai ridotte da molti a strumento autoreferenziale e di "vetro antiproiettile" che garantisce a tanta falsità e impudenza di esprimersi incolumi, al riparo dalla vita comune.

    Poi però penso anche che dobbiamo uscire da questa dicotomia tra "mondo reale e mondo catodico".
    Dovremmo riconsiderare l'idea che le telecamere sono comunque solo uno strumento "a disposizione".
    E se qualcuno lo usa subdolamente la colpa è di coloro che gli agevolano il compito - spesso intellettuali o giornalisti-zerbini anch'essi "parte delle telecamere".
    Magari anch'essi più preoccupati del miglior profilo da inquadrare che dell'ottenere risposta alle domande fatte.

    Sarebbe bello cominciare a colonizzare con gli intelletti della "vita comune" quei luoghi ritenuti "inviolabili" dietro la linea delle telecamere.
    Fare domande scomode e non accondiscendenti.
    In modo da rendere molto difficile a certi personaggi raccontarsela e cantarsela come più gli comoda.
    E anche i giornalisti che si limitano a reggere il microfono all'intervistato in stile "io le faccio la domanda ma poi mi risponda ciò che vuole" dovrebbero finire all'ufficio di collocamento, a carrettate.
    E per fare un altro mestiere... magari di fatica fisica, nella vita comune.

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  15. pant pant puff puff, mentre voi discutevate di etica, estetica, alcol e stalloni, io ero impegnata a scansare molotov...bella roba.
    Non ho letto con molta attenzione ma se l'avessi fatto sarei stata sicuramente d'accordo con te ;O)

    (sbaglio o a questo trombettista di colore è cresciuto il naso?)

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  16. caro Kisciotte, ho messo un link, tiè :-P

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  17. @S.: Prima Obi, adesso tu! È davvero sconcertante scoprire fin dove può spingersi una donna. Non me ne capacito!
    :P hihihihi
    (ti ingiringiro, ma come dilettante informatico so bene che sono soddisfazioni). Brava davvero!

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  18. Estetica.
    http://www.youtube.com/watch?v=T1-3q-vFsBY

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  19. @Sileno27: grazie! L'ho ascoltata più volte... che rosario estetico!

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  20. Già. La telecamera non è più solo un mezzo, ma un potere esercitato anche con una certa prepotenza, oltre che autocelebrazione costante. Qualcuno sta tentando la strada della colonizzazione, fa domande scomode.

    Prendi lei: http://www.youtube.com/watch?v=2Dy2c5da0vQ :D

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  21. (Togli lo smile finale dal link, se no non so dove ti porta.)

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  22. @Matteo: ho visto il tuo link. Emblematico di come noi siamo anni luce avanti la tecnologia dei terminator. Dietro le telecamere ci sono zombie in carne e ossa, dei cloni acefali. Ornella Vanoni fa osservazioni estemporanee ma validissime e l'altra va avanti come un'oca a dire "Tutto bene, ma che figata!".
    E qua c'è una che ci mette la faccia, e fa dichiarazioni scomode.
    Il clone risponde "Parliamo di stelle che è meglio!"
    Sì, come no! Una supernova nel culo ti deve arrivare, altro che parlare di stelle.

    ps: quello che ha riso penso sia stato identificato all'istante e licenziato la sera stessa.

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